L'accordo tra Pdl e Lega è la prima tappa di una serie di scelte che riguarderanno la politica lombarda. Una volta archiviata definitivamente la questione delle alleanze, depositando i simboli collegati (termine ultimo il 12 gennaio) si passerà ai capitoli successivi. E rimangono da mettere insieme le tessere di due mosaici, quali saranno le candidature per le politiche e per le regionali.
Le trattative fervono e, come sempre accade in questi casi, si tira da una parte e dell'altra con qualche esagerazione. La questione più importante riguarda il caso Formigoni. Il presidente della Regione sta trattando con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, il destino suo e di altre persone a lui vicine. Ma la sorte di Formigoni è legata a quella di altri politici come Claudio Scajola. Entrambi sono indagati e - si ragiona nel partito - o saranno candidati o saranno esclusi entrambi. In assenza di una candidatura nel 2013 al Senato, per Formigoni si profilerebbe l'Europarlamento il prossimo anno, dal momento che l'attuale capogruppo del Pdl, Mario Mauro, potrebbe diventare il capolista della lista Monti al Senato. Ipotesi allo studio.
I nomi uscenti dell'area vicina a Cl considerati in pole position sono - a parte il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi - Raffaello Vignali, Gabriele Toccafondi e Renato Farina. In questo contesto non sembra facile inserire nomi nuovi come sta tentando di fare Formigoni. E le scelte del Pdl per le politiche influenzeranno anche le scelte per le regionali. Come dire che sarebbe più probabile una ripercussione sulle elezioni regionali, con un'eventuale lista di disturbo.
Formigoni ha smentito per la terza volta di voler presentare una lista autonoma al Senato. Ma questo non significa che «Popolari per la Lombardia», il nuovo gruppo che si è spacchettato dal Pdl, non possa allargarsi e andare a sostenere Albertini. O almeno così ragionano gli uscenti del Pirellone. «Finché non si chiudono le liste nazionali, non si fa niente» ripetono i formigoniani. Oltre tutto, a spaventare molti esponenti di Cl, è l'intenzione del Pdl di non ricandidare chi ha alle spalle due legislature al Pirellone: condizione questa che escluderebbe praticamente tutti gli attuali consiglieri di Cl.
Gabriele Albertini continua a voler correre ed è deciso a caratterizzarsi come il Monti lombardo, posizione che gli chiude qualche spazio proprio in direzione del centrodestra, area da cui lui proviene e in cui si identifica. L'ex sindaco ha contatti continui con il premier, Mario Monti. Anche ieri i due si sono parlati al telefono per mezz'ora. Ma secondo fonti a lui vicine, sarebbe già infastidito dai condizionamenti di Italia futura, che a suo dire sposterebbero a sinistra la lista Monti, portandola troppo vicina a Pierluigi Bersani e al Pd.
Oggi è una giornata importante per gli equilibri interni al Pdl, sia a livello regionale che a livello nazionale. A Roma è attesa una riunione dei vertici del Pdl tra stasera e domani.
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