Festa che vai, polemica che trovi. E quella di questo Natale riguarda ancora una volta le aperture dei supermercati. Parecchi punti vendita delle grandi catene distributive sono rimasti aperti anche a Natale e a Santo Stefano. Una benedizione per chi si è accorto all'ultimo momento di aver dimenticato mascarpone o mandarini da mettere in tavola. Un po' meno per i sindacati Filcams-Cigil che hanno indetto uno sciopero nei due giorni di festa e che chiedono ai supermercati di rimanere chiusi anche a Capodanno.
A consentire l'apertura natalizia è stata la sentenza della Corte Costituzionale e, sostiene Maria Carla Rossi, segretaria milanese e lombarda del sindacato per la grande distribuzione, «ci risulta che a Milano siano rimasti aperti tutti i supermercati della catena Billa e molti dell'Unes. Ieri invece hanno tenuto aperto tutto il giorno «Il gigante» e qualche altra catena. Ma la maggior parte delle catene ha capito che non era il caso di insistere, hanno capito che non avrebbero certo recuperato le mancate vendite dei giorni scorsi e avrebbero solo inasprito i rapporti con i dipendenti». La Filcams Cgil di Milano ha proclamato lo sciopero alcuni giorni fa all'insegna della parola d'ordine: «La festa non si vende ma si vive». La maggior parte delle catene della grande distribuzione, spiegano dal sindacato, ha accolto l'appello a non aprire, altre invece non hanno voluto rinunciare all'opportunità.
«Noi abbiamo ricordato ai nostri iscritti che non erano tenuti a prestare il loro lavoro in un giorno festivo - ha detto Rossi - ma chiaramente è bastato che alcuni dipendenti andassero al lavoro e il supermercato è rimasto aperto. La maggior parte delle catene commerciali ha ascoltato l'appello».
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