Il tango si balla in corsia La danza dei pazienti per battere le malattie

Il tango si balla in corsia La danza dei pazienti per battere le malattie

Al primo incontro i pazienti si sono presentati in pigiama e con la tuta da ginnastica. Decisamente scettici e piuttosto svogliati. Ma già alla seconda lezione di tango sono spuntate magliette di paillettes, ombretto sugli occhi, profumi. E sorrisi, che non si vedevano da un po' e non se ne sono più andati via.
Benvenuti all'ospedale San Giuseppe, dove la palestra si è trasformata in una milonga e dove i malati si sono scoperti accorati ballerini. Nel reparto di riabilitazione specialistica la fisioterapia si fa con il tango argentino, a ritmo di «salida cortada» e passi incrociati. Non importa se bisogna portarsi dietro anche l'erogatore dell'ossigeno, non importa se bisogna stare attenti all'ago a farfalla della flebo del compagno di danza. Il trasporto sulla pista è talmente tanto che qui i pazienti si dimenticano perfino di trovarsi in un ospedale.
La sperimentazione partita la scorsa estate è stata un grande successo e dall'inizio di ottobre il corso è diventato permanente, con due incontri alla settimana. Partecipano i malati neurologici affetti da Parkinson e sclerosi multipla, i pazienti in terapia post ictus, i cardiopatici e i pazienti con problemi respiratori cronici. Chi ha difficoltà di equilibrio balla con il suo fisioterapista, gli altri con i compagni di reparto. E ci si diverte, parecchio. Chi non riesce a muoversi e soffre di malattie più serie, se ne sta seduto a bordo pista ad ascoltare la musica e a guardare gli altri che inciampano e si pestano i piedi.
I camici bianchi del gruppo Multimedica si sono accorti che il corso può essere molto utile anche ai pazienti ricoverati in pneumologia. Per questo hanno deciso di effettuare uno studio ad hoc per verificarne i benefici sui degenti. «In questi giorni - spiega Marilena Patuzzo, coordinatrice infermieristica della riabilitazione specialistica neurologica e maestra di ballo - stiamo stilando i criteri di misurazione e fissando i parametri per verificare i benefici del tango sui malati affetti da problemi respiratori».
I vantaggi del tango sono innumerevoli. A cominciare dal cambio di umore. Basta una lezione, infatti, per mettere allegria e per far affrontare il periodo del ricovero con più serenità. «Abbiamo visto reazioni molto positive - spiega ancora la Patuzzo -. Ad esempio, se dalle cucine arriva un pollo insipido, chi fino al giorno prima aveva sollevato polemiche e critiche, sdrammatizza dicendo che sono cose che possono capitare. E si mette a mangiare». E poi ci sono i benefici fisici: si tratta innanzitutto di un buon esercizio per la memoria poiché, di lezione in lezione, bisogna ricordarsi i passi e le combinazioni. Inoltre ci si allena per rimanere in equilibrio e controllare i movimenti del corpo, spostando il peso da una gamba all'altra e alternando camminate e pause. Un esercizio utile sia per i pazienti neurologici sia per quelli affetti da atassia, cioè con problemi di coordinamento e tono muscolare.
Dopo il corso i pazienti sono riusciti ad alzarsi dal letto con più sicurezza. E magari i più audaci hanno anche ripassato i passi in corridoio. In generale il tango ha aiutato tutti ad accettare il proprio corpo e a gestire al meglio il proprio disturbo. Con un po' più di disinvoltura.

Ora si sta pensando di estendere le lezioni anche a chi non è ricoverato e il San Giuseppe potrebbe essere il primo ospedale ad inaugurare il tango da ambulatorio. Cioè un corso dedicato a chi durante la settimana segue un programma di fisioterapia.

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