"Tanti auguri, Hitler" e l'olocausto negato: ora in lista alle elezioni

I quattro neonazisti già perquisiti e denunciati sono candidati alle Comunali in paesi lombardi

"Tanti auguri, Hitler" e l'olocausto negato: ora in lista alle elezioni

Si sono sbizzarriti in particolare il 20 aprile, genetliaco del Führer, tappezzando i muri di Milano con scritte per augurare «Buon compleanno, Hitler». Ma anche slogan per inneggiare alla razza ariana o negare l'olocausto. E per questo quattro giovani del Movimento nazionalsocialista dei lavoratori, sono stati indagati. I militanti, tra i 24 e i 26 anni, sono stati perquisiti dalla Digos che ha scoperto manganelli, pugnali, libri e bandiere naziste, per cui sono arrivate altre denunce.
L'aspetto forse più curioso di questa nostra storia, sta nel fatto che, mentre già la Costituzione vieta «la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista», nessuna legge fa menzione a quello nazista. Proibito in alcune nazioni, prima tra tutte la Germania, ma non in Italia. Così nel 2002 il commerciante lombardo Pierluigi Pagliughi potè fondare senza difficoltà il Movimento nazionalsocialista dei lavoratori, a cui i quattro sono confluiti, dopo esperienze in altre formazioni di destra. Ma non per questo sono stati indagati. In questi ultimi mesi con banchetti, gazebo e volantinaggi hanno fatto gli auguri a Hitler e altri gerarchi nei giorni del loro compleanno e diffuso volantini in cui inneggiavano alla superiorità della razza ariana e negavano lo sterminio degli ebrei. I più comuni: «La differenza tra patriota e terrorista sta nel controllo dei media: Mandela boia» e «Olocausto: 6 milioni di vittime, firmato: Pinocchio».
Le prime segnalazioni sono arrivate un anno fa, dopo un gazebo a Corbetta, cui seguirono altre iniziative simili in giro per la città. Esibizioni sotto tono, mai più di dieci manifestanti, in cui venivano però espresse idee vietate dalla «Convenzione internazionale sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale», firmata a New York nel 1966 e recepita nell'ordinamento italiano nel 1975. Così la Digos ha identificato i quattro e perquisito le loro abitazioni di Milano, Lodi e Pavia. Qui sono stati trovati libri e opuscoli come «Mein Kampf» e «Sull'ineguaglianza delle razze umane» di Joseph-Arthur de Gobineau. Bandiere con la croce uncinata e i simboli della Repubblica sociale italiana. Ma soprattutto un manganello con su scritto «me ne frego», un tirapugni, coltelli e la perfetta riproduzione di tre pistole semiautomatiche senza l'obbligatorio tappo rosso. Così tra le frasi discriminatorie, armi varie hanno rimediato un bel po' di capi d'imputazione.
I quattro neonazisti sono tutti candidati alle prossime elezioni amministrative in microscopici comuni lombardi, solitamente scelti dal Mnl per la particolare legge elettorale che consente di guadagnare seggi anche con pochi voti.

Così nel 2004 riuscirono a piazzare due consiglieri a Nosate (Milano) e due anni dopo quattro a Belgirate (Verbania). Ora l'esperimento viene ripetuto in alcuni mini-comuni come Terranova dei Passerini nel Lodigiano. Sempre che non intervengano ministero dell'Interno e Prefetture.

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