C'è chi non se n'è accorto. Chi se n'è accorto e si è imbestialito. C'è chi è lì a fare misure, conti e pagamenti, chi tenta di capire quanto è «commerciale» o meno il suo passo carraio. E c'è chi, semplicemente, non sa dove andare a prendere i soldi per questa nuova, esosa, ennesima gabella che ha visto lievitare il pagamento del passo carraio del condominio a dieci volte tanto. Si chiama «Cosap», un canone come tengono a specificare in Comune e non una semplice tassa, perché in ballo c'è una questione di «uso». In questo caso di suolo pubblico.
Comunque la si voglia chiamare, il fatto resta quello e cioè che tutti i condomini, le case, le villette che hanno un passo carraio devono sborsare entro il prossimo 31 gennaio una discreta somma. Sulla carta ci sarebbero solo 48 ore per pagare la prima rata e «regolarizzare» i circa 35mila passi carraio della città. Ma a due giorni dalla scadenza quel che regna è ancora stupore e caos. E soprattutto una grande, diffusa esasperazione per questo tributo cancellato nel 2003 e riesumato un anno fa da Palazzo Marino. Tanto che anche il Comune ha deciso di prorogare il termine, facendolo slittare a febbraio. Telefonate ai centralini del Comune, ma anche all'associazione di Assoedilizia. Code agli uffici di via Larga. Soprattutto da parte degli amministratori dei condomini ai quali è toccato un superlavoro che, ovviamente, non sarà gratuito.
Ma vediamo come funziona. Il Comune ha stabilito (entro gennaio) il pagamento di un acconto calcolato su una misura forfait dei passi carrai di tre metri, uguale per tutti. Poi a luglio bisognerà versare il saldo, questa volta invece calcolato sulla misura massima, ovvero 6 metri e mezzo. Insieme al pagamento dovrà essere anche comunicata la misura vera del passo carraio. In questo modo il pagamento della «Cosap» 2014 sarà quello reale. «I soldi versati in eccedenza nel 2013 saranno poi contabilizzati l'anno successivo», spiega Pietro Cicognini, amministratore di condominio. Ma attenzione. «Se la dichiarazione non viene fatta, la tassa continuerà ad essere calcolata sulla misura massima», fa notare Monica che fa parte di uno fra i più grossi studi privati di amministrazione in centro città. Ecco perché, quando un anno fa il Comune ha deciso di reintrodurre la tassa per i passi carrai aveva già previsto che l'introito per le casse comunali si sarebbe aggirato sui 2 milioni e mezzo, euro più euro meno. È tutto calcolato. E lo è sulla misura massima, quei 6 metri e mezzo «che - spiega ancora Monica - corrisponde solo alla minima parte dei passi milanesi. L'80 per cento non supera i tre metri». Ma per pagare la quota reale bisogna comunicarlo. Altrimenti si continuerà a pagare il doppio. Non solo.
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