«Cerchiamo di uscire uniti da questa sfida che la Natura ci pone». Il sindaco Beppe Sala è intervenuto ieri in consiglio comunale sull'emergenza Coronavirus (doveva farlo accanto all'assessore regionale al Welfare, ma Giulio Gallera ha dovuto sottoporsi al tampone e attendere l'esito a Palazzo Lombardia) ribadendo che le regole decise da governo e Regione «non si discutono ma si applicano» e «la responsabilità e il bastone di comando di questa crisi devono stare saldamente nelle loro mani, loro devono decidere giorno per giorno le regole sanitarie per superare la diffusione e il Comune deve collaborare a rendere questo compito il più efficace possibile». Una «collaborazione tra Istituzioni che oggi è il prerequisito fondamentale richiesto dai cittadini di fronte a una crisi di questo genere». Fa presente che «anche scienziati e medici esprimo pareri non discordanti, il che aumenta il disagio e disorientamento», del virus «si sa ancora poco» ma ricorda anche che la storia si ripete, lo testimonia il video dell'istituto Luce del 1969 che gira in modo virale, l'influenza asiatica allora fece 5mila vittime. La diffusione del Coronavirus è più veloce (allora ci vollero 18 mesi per arrivare da Hong Kong dall'Italia) e «sta colpendo anche le sensibilità di tutti», anche con comportamenti collettivi «preoccupanti come l'assalto ai supermercati» e «il considerare un untore chi risulta positivo al tampone» quindi «una buona comunicazione, sui livelli di diffusione (che molto probabilmente sono decisamente più elevati dai casi riscontrati ufficialmente, è fondamentale». Chiariti i ruoli, avverte che «non possiamo mettere completamente tra parentesi la nostra realtà lavorativa e produttiva per settimane e settimane senza rischiare di esporci a conseguenze che possono essere altrettanto gravi». Da sindaco «devo fare il possibile - dice - perché gli animi e le volontà dei milanesi non si lascino prendere da uno sconforto che blocchi l'economia». A pagare le conseguenze della crisi «sono le fasce più deboli, non è tanto una questione di Pil ma di conto corrente di tanti, del poter tirare a fine mese». Al Comune «spetta pensare ad azioni di rilancio». Servirà un azione bipartisan «affinché il Governo e 'Ue attuino misure di protezione delle componenti sociali più colpite e investano insieme a noi e alle nostre imprese sulla ripresa» e si attui quando sarà possibile «un poderoso piano di comunicazione, indirizzato soprattutto all'estero». Azioni ponderate, da ex manager sostiene che «per essere efficaci bisogna approfondire bene il tutto e evitare di cadere nel protagonismo della proposta estemporanea». Superata l'emergenza «convocherò un tavolo con istituzioni, forze sociali, corpi intermedi, grandi imprese, mondo scientifico». Intanto dalla crisi «bisogna imparare, per anni abbiamo parlato di smart working, oggi il Comuene ha autorizzato 500 dipendenti». E «bisogna stimolare esempi virtuosi, ad esempio due primari gruppi dei settori della grande distribuzione e delle farmacie che mi hanno confermato che consegneranno gratis per tutto il mese farmaci a domicilio agli over 65». Coop Lombardia consegnerà spesa a domicilio agli anziani senza costi aggiuntivi, Lloyds i farmaci a tutti i cittadini che lo chiedessero, compreso il ritiro della ricetta presso il medico. E il Comune ha stanziato 700mila euro per acquistare disinfettante per mani, salviette monouso, guanti e mascherine per i dipendenti e i propri locali, anche non aperti al pubblico (dai 112mila euro per il settore Educazione ai 15mila per la Cultura).
Ma il centrodestra chiede sostegni immediati alle imprese in crisi, senza aspettare i tempi lunghi di governo e dell'Ue. Fabrizio De Pasquale (Forza Italia), Andrea Mascaretti (Fdi), Alessandro Morelli (Lega) insistono intanto con lo stop di Area B e C. E a vario titolo, con Matteo Forte (Milano Popolare) lo stop o il rinvio di Tari e Cosap. Il sindaco apre ma sposta la palla avanti: «Serve prudenza». E sui ticket antismog non ci sente. Si riunisce al tavolo coi capigruppo e chiede di votare in fretta il Bilancio 2020 perché di fatto «appartiene già al passato, dovremo fare una nuova manovra straordinaria». L'effetto Coronavirus «sarà una botta economica per Milano e impatterà in maniera significativa anche sulle entrate del Comune, saranno molto più basse.
Abbiamo oltre 100 milioni tra dividendi ordinari e straordinari di Sea, ho chiesto di fare valutazioni», anche gli scali sono in crisi. E si registreranno perdite da Atm, Cosap, tassa di soggiorno. Il momento «non è drammatico ma è difficile». E «Milano ha sempre dato, ora deve chiedere al governo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.