Tasse, la sinistra non molla sulla stangata

Tasse, la sinistra non molla sulla stangata

È muro contro muro sulla maxi stangata che l’amministrazione sta mettendo a punto per il 2012. Nessun accordo è stato raggiunto ieri al termine di un pomeriggio estenuante di confronto sui tagli da fare al bilancio e quindi alle tasse. Sabato la seduta fiume di 25 ore era stata rinviata a lunedì con la ripresa di un tavolo politico. Ma il confronto tra la maggioranza, sorvegliata speciale dell’assessore al Bilancio Bruno Tabacci e della giunta che non vuole mettere mano al budget degli assessorati, e l’opposizione, impegnata nel tentativo di alleviare la pressione fiscale sulle famiglie, non ha portato all’intesa auspicata.
Pdl, Fli, Milano al centro e Lega, sono tornati alla carica chiedendo una sforbiciata complessiva di 50 milioni di euro nel bilancio 2012, scendendo rispetto a sabato di 25 milioni di euro, ma la maggioranza ha messo sul piatto 15 milioni di euro di tagli subito (5 in più rispetto all’offerta iniziale) e dai 20 ai 30 milioni legati al bonus governativo per l’approvazione del documento entro il 30 giugno (traguardo che si allontana ogni giorno). «Mi rendo conto che la nostra offerta è insufficiente - ammette Carmela Rozza, capogruppo del Pd -, ma questo è il massimo che possiamo fare». Rozza ha chiesto tempo fino a oggi per poter incontrare il sindaco e capire quali sono i margini di manovra, ovvero fino a che punto si può arrivare con i tagli. Ma il centrodestra non ci sta: «Noi vogliamo i tagli subito, sotto i 50 milioni non scendiamo - tuona Carlo Masseroli, capogruppo PdL - anche perché è chiaro che il bonus governativo è fittizio». «Il nostro obiettivo è ridurre il peso dell’Imu sulla prima casa - spiega Alessandro Morelli, consigliere della Lega - 15 milioni di tagli sono una goccia nel mare. La giunta ha presentato un bilancio con 215 milioni di spesa in più rispetto all’anno scorso, quindi i soldi da tagliare ci sono eccome. Ci accusano di voler sacrificare i servizi? Mito è un servizio? E la mostra di Dario Fo?».
Il centrosinistra è sempre più in difficoltà stritolato tra la deadline del 30 giugno che porterebbe alle casse di Palazzo Marino tra i 20 e i 30 milioni di euro («tesoretto» fondamentale per coprire i mancati introiti, come l’evasione dell’Imu) e gli assessori che non hanno intenzione di limare i propri capitoli di spesa per progetti e iniziative.
Così l’opposizione che aveva lasciato sul tavolo ancora 8 emendamenti sulla delibera Irpef si accinge all’ostruzionismo più duro, «se è guerra che guerra sia» tuona Riccardo De Corato - e prepara i subemendamenti per trascinare il dibattito il più a lungo possibile. Sul piatto l’addizionale Irpef per il 2012, che vale 62 milioni di euro di gettito - e prevede la totale esenzione per i redditi fino a 33.500 euro. Per gli stipendi superiori, le aliquote sono calcolate suddividendo il reddito totale in scaglioni: lo 0,1% tra gli 0-15.000 euro, 0,15% tra i 15.000 e 28.000, 0,3% dai 28 ai 55.

000 euro, lo 0,5% per scaglione tra i 55 e i 75mila, 0,7% oltre i 75.000 euro. L’assessore al Bilancio Tabacci? A vedere la partita dell’Italia. «Io la guardo e nessuno osi dire che non ho senso delle istituzioni». Appunto.

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