Taxi, flop del numero unico E l'assessore sta con Uber

Taxi, flop del numero unico E l'assessore sta con Uber

L'assessore nel mirino respinge ogni accusa o richiesta di dimissioni e rimanda ancora la discussione. Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità, ha affrontato la commissione mobilità convocata per discutere del problema Uber: non si dimette, come chiedevano alcune sigle sindacali e non solo. Anzi, rilancia. E questo nonostante il fallimento dell'ultimo bando comunale che mirava alla creazione di un numero unico per i taxi: non si è presentato nessuno, ma il Comune è intenzionato a riproporlo con qualche modifica e intanto sporna i protagonisti del settore a combattere Uber con le innovazioni tecnologiche. Intanto punge dicendo che l'insuccesso del bando potrebbe anche essere legato «al ricorso dei radiotaxi».
Gli stessi che però gli hanno risposto per le rime, in attesa di sapere cosa sarà deciso dal vertice di questa sera a Roma tra il ministro Lupi e i rappresentanti di Lazio, Lombardia, Comune di Milano e Roma con relativi prefetti. «Sono loro che sono in ritardo marcio sul piano tecnologico - attacca Vincenzo Mazza, uno dei soci del 6969 - noi abbiamo già IT-Taxi un'app che funziona in 42 città e con la quale è possibile utilizzare diverse formule di pagamento elettronico». E anche sul ricorso l'insinuazione è rispedita al mittente: «Il bando è stato fatto in modo che i radiotaxi non potessero partecipare - ha detto Alessandro Casotto, presidente del 8585 - se avessero parlato con noi, che gestiamo 14mila telefonate al giorno, forse si sarebbe raggiunto l'obbiettivo». Lo stesso presidente della Commissione commercio Raffaele Grassi ha affermato: «Il ricorso fatto pochi giorni prima della chiusura del bando non può avere influito».
La commissione era attesa da molti: radiotaxi, sindacati e semplici tassisti, noleggiatori, esponenti dell'opposizione. E, durante i lavori, non le hanno mandate a dire ai rappresentati dell'Amministrazione: Maran è stato il bersaglio principale, ma come sua abitudine non si è scomposto minimamente. Ha spiegato che non si dimette perchè rivendica l'equilibrio tenuto nel tentare di tutelare tutti: sia operatotori del settore che utenti dei servizi. E difende anche le Forze dell'ordine, sottolineando come da ottobre 2013 ci sia stato un incremento di controlli da parte di tutti i corpi: «E comunque - ha commentato Maran - credo che si debba lavorare per evolvere le regole, non i controlli».
I controlli effettuati comunque sono stati 3510, con 130 veicoli Ncc fermati e 36 sequestrati. Otto le auto trovate a svolgere servizio Ncc senza licenza, 35 in servizio taxi abusivo. Sono 76 invece in totale le violazioni accertate per irregolarità o mancanza regolare di licenza, 54 da parte di Uber e 22 da parte di Ncc.


Maran ha trovato qualche appoggio anche tra le fila dell'opposizione: «Non si dovrebbero sollevare sospetti sulla contiguità che ci sarebbe tra rappresentanti politici e responsabili di Uber - ha dichiarato Pietro Tatarella, consigliere comunale di Forza Italia, pur non lesinando altre critiche - se qualcuno ha delle informazioni che dimostrano che l'assessore non può esercitare le sue funzioni in libertà lo comunichi agli ordini competenti senza fare insinuazioni».

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