Taxi, i controlli su Uber solo un bluff

Taxi, i controlli su Uber solo un bluff

I controlli contro Uber annunciati in pompa magna mercoledì al termine del vertice in Prefettura? Un bluff. «Partiremo stanotte con controlli su vasta scala - annunciava il prefetto Francesco Paolo Tronca -. Le forze dell'ordine affiancheranno le pattuglie dei vigili negli interventi mirati, partiti già questa notte». Più che raddoppiati quindi gli uomini nei punti caldi: le zone della movida, soprattutto di notte, e gli aeroporti. Ma oltre agli annunci nella pratica le cose non stanno proprio così. Giovedì il questore ha diramato una circolare in cui si sensibilizzano tutti gli agenti a individuare i veicoli degli autonoleggi con conducenti in posizioni e situazioni sospette e a segnalarli alla polizia locale. Ecco qua: Guardia di finanza, polizia e carabinieri quindi affiancheranno gli agenti della polizia locale solo virtualmente, facendo cioè le segnalazioni.
A controllare, soprattutto di notte, gli autisti di Uber, rimangono le due pattuglie del reparto Freccia 1, che diventano tre nel weekend, il periodo caldo della settimana. Preoccupati gli agenti che si ritrovano ancora una volta da soli in strada a combattere una lotta impari. «Speriamo che non succeda come è avvenuto alle Colonne di San Lorenzo per la movida: era stato annunciato il supporto di polizia e carabinieri e il risultato è che i vigili sono rimasti da soli» commenta amaro Daniele Vincini, segretario regionale Sulpm. Ma in questi mesi di caccia alle streghe i tassisti hanno cominciato a fare i loro controlli sulla «concorrenza sleale di Uber»: su 210 macchine dei noleggi con conducente, 70 sono a uso privato con falsa autorizzazione.
Intanto ieri sia il governatore della Lombardia Roberto Maroni sia il ministro per i Trasporti Maurizio Lupi sono tornati a ribadire le loro posizioni dopo l'uscita del premier Matteo Renzi che ha definito «straordinaria» l'app Uber. Una dichiarazione che ha fatto montare su tutte le furie la categoria, che aveva raggiunto, almeno nella nostra città, una tregua armata con l'amministrazione (lo sciopero dell'11 giugno al momento non è stato revocato). «Uber e Uber Pop sono due cose diverse. Uber è una app legittima, che funziona se usata in modo corretto, è una app innovativa ed è benvenuta: Uber Pop consente di lavorare a chi non ha licenza o nemmeno l'assicurazione e dunque è esercizio abusivo della professione, perché vìola la legge» ribadisce il governatore Maroni. «Approfondimento - scrive il ministro Ncd con aspirazioni da sindaco di Milano -: una cosa è Uber. Un'altra cosa è Uberpop che offre un servizio pubblico in maniera abusiva e non rispettando le norme. Figuriamoci se io sono contrario alle nuove tecnologie! Da ministro ho firmato il decreto per i biglietti elettronici nel Trasporto Pubblico Locale».
Intanto questa mattina alla dieci nel piazzale di San Siro, il Comitato dei Tassissti milanesi, che non aderisce ad alcuna sigla sindacale, ha organizzato un'assemblea, convocata in realtà ben prima del vertice di mercoledì, ma che comunque non è stata cancellata.

«I tassisti si sono sentiti presi in giro dalle parole di Lupi, che ha promesso controlli su Uber e la messa al bando dell'app Uber Pop - polemizza Riccardo De Corato, vicepresidente del consiglio comunale -. Perché quelle parole, ieri, sono state smentite dal presidente del Consiglio Renzi, che considera Uber uno strumento positivo. Ci auguriamo quindi una risposta dura dei tassisti, che non accettano le false promesse».

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