Sarebbe contenta Frida Kahlo dell'«Open Street»? La locuzione «arte di strada» indica un genere d'espressione non elevato. Saltimbanchi, imbonitori, artisti da strapazzo, in genere gli intrattenitori che si esibiscono, con palcoscenico l'asfalto, portano questi nomi e non godono di buona fama sia dal punto di vista artistico che emozionale, visto che non sono pochi i sedicenti musici o gli improvvisati mimi che durante l'anno disturbano più di divertire. Quindi l'«Open Street», il festival che si apre domani intorno al Castello Sforzesco per durare fino a domenica, potrebbe essere una fiera da Pinocchio e Mangiafuoco, rischio che corrono le manifestazioni in cui la selezione non sta proprio lì a guardare il pelo nell'uovo, perché quando si dice «arte di strada» spesso si intende un gran calderone in cui tutto fa brodo.
La quattrogiorni di cento spettacoli è una cosa pensata. Nasce da un'idea di Alessio Michelotti, direttore della Fnas (Federazione nazionale artisti di strada), che l'ha organizzata a Fermo per due stagioni, 2010 e 2011, e dopo un anno di stop la porta a Milano. Erano 228 gli aspiranti; sono state scelte venti compagnie di nove nazionalità diverse, individuate dai direttori dei più importanti festival europei, e trenta compagnie provenienti da 14 paesi. Perché chiedersi se tutto ciò potrebbe piacere a Frieda Kahlo, l'artista messicana cult, che campeggia sui manifesti di tutta Milano? Il marito Diego Rivera fu autore di noti murales, tanto per far intendere come l'arte di strada un tempo ospitasse firme note e di qualità, come lo erano le compagnie teatrali al loro esordio, oppure determinati nomi che anche oggi conquistano non solo la platea on the road ma anche palcoscenici e teatri prestigiosi. Sarà in grado Milano di essere a questa altezza? Oppure il festival intorno al Castello sarà un'altra occasione per vedere la città trasformata in una sarabanda di protagonisti che scambiano l'arte con l'artigianato da tacabanda? Vedremo.
La Banda Osiris, Parada, l'associazione di volontariato che porta avanti dal 2006 la campagna «Un naso rosso contro l'indifferenza» per sostenere i bambini che fanno vita randagia a Bucarest, lo spagnolo Leo Bassi, che si autodefinisce il «Buffone del XXI» secolo, sono alcuni dei protagonisti. Gli incontri, le istallazioni e le mostre, come quella fotografica «Gaetani Cinisello, un italiano alla corte dello zar», sono gratuite, mentre per gli spettacoli con posti a sedere serve il biglietto d'ingresso, 10 euro a persona, la tessera per quattro giorni è di 25 euro. Sono previsti sconti per gli under 30 e per i bambini, che però pagano.
Dall'Expo Gate a tutti i dintorni del Castello, Milano per quattro giorni si trasformerà in una grande parco di divertimenti, baciati da una buona tavola con i piatti di «Mangiari da strada» dello chef Giuseppe Zen e dalla Birra del birrificio piemontese Baladin dell'artista birraio Teo Musso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.