«A teatro rendo giustizia al mondo»

Perpetuo l’opera di mia sorella Teresa

«A teatro rendo giustizia al mondo»

Livia Pomodoro, presidente del Tribunale, questa sera e domani sarà sul palcoscenico del «suo» teatro: quello ereditato dalla sorella gemella Teresa, drammaturga scomparsa quattro anni fa. Da allora porta avanti il progetto della sala No’hma di via Orcagna, con una serie di spettacoli che coinvolgono attori ma anche personalità del mondio della cultura, della scienza e della filosofia.
Dica la verità, se potesse indietro indosserebbe ancora la toga o farebbe l’artista come sua sorella o come i suoi cugini scultori?
«Non scherziamo, io sono l’encefalogramma piatto della famiglia, nel senso che non ho mai avuto la vocazione artistica. Magari farei l’ambasciatrice o il ministro degli Esteri...»
Però stasera reciterà, lo ha già fatto in altre occasioni...
«Mia sorella mi ha fatto scoprire un meraviglioso mondo che ci fa guardare la realtà con il terzo occhio, oltre le meschinità del quotidiano. Il teatro è un suo dono e io ho voluto perpetrare la missione di un meta-teatro che porti la cultura a tutti, anche agli esclusi. concludere. Mercoledì prossimo concluderemo la stagione con un concerto jazz dedicato a Teresa».
Lei è presidente della Fondazione intitolata a sua sorella Teresa. Che cosa fa esattamente?
«Mi adopero come organizzatrice e partecipo come posso alla stagione teatrale diretta magistralmente dal regista Charlie Owens. Quando vado sul palcoscenico lo faccio soprattutto per una forma di ringraziamento verso tutti coloro che rendono possibile questo progetto. Hanno partecipato grandi personaggi, e gli spettacoli sono gratuiti».
Stasera reciterà in uno spettacolo dedicato all’arcobaleno. A fianco a lei ci sarà anche il presidente di Assolombarda Alberto Meomartini. Cosa metterete in scena?
«È una sorpresa come tutte le altre volte. Come abbiamo scritto l’arcobaleno è segno di alleanza tra il cielo e la terra. Un messaggio di fratellanza che mi vede partecipe sia come teatrante sia come persona».
Ha mai pensato di coinvolgere il Palazzo di giustizia per un progetto di spettacolo?
«Ancora no, ma in fondo la drammaturgia stessa è un “processo“, e di giustizia si può parlare anche attraverso una forma “teatrale“. Tre anni fa organizzai sul palco una giornata di letture dedicate alla Costituzione.

Sulla facciata del tribunale ho fatto allestire le gigantografie di magistrati che hanno sacrificato la propria vita per un ideale di giustizia, come Falcone, Galli, Ambrosoli».
Con suo cugino Arnaldo collabora?
«No, ma lui ha realizzato diverse scenografie per gli spettacoli di Teresa, come Gli Uccelli di Aristofane e Santa Giovanna dei macelli».

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