Cronaca locale

Tentano il furto in cascina Contadino reagisce e spara

Non un regolamento di conti, come si credeva un primo tempo ma un colpo di pistola, rimediato dall'albanese durante un tentativo di rapina. L'uomo insieme a due complici stava entrando in una cascina, quando è stato scoperto dal derubato che si è affacciato alla finestra gridando ai banditi di andarsene. Loro imperterriti hanno proseguito e a quel punto la vittima ha esploso un paio di colpi di pistola. Poi si è recato dai carabinieri scoprendo così di aver quasi ammazzato il ladro, rimanendone sconvolto. Inevitabile per lui, un atto dovuto spiegano gli inquirenti, la denuncia per lesioni aggravate.
Il bandito ferito era stato raccolto sabato mattina attorno alle 7 ai giardinetti di via Monza a Pioltello. Un altro suo connazionale infatti era entrato in un bar dicendo di aver visto «per caso» un suo amico a terra ferito. Al loro arrivo, i soccorsi hanno trovato la vittima con serie lesioni sul volto, immaginando fosse stato colpito a calci, pugni e forse una spranga. Tanto che i carabinieri hanno raccolto tutte le possibili «armi improprie» disseminate nell'erba.
Al San Raffaele però i medici scoprivano il proiettile che, entrato da una guancia, aveva attraversato il volto, fermandosi sotto l'occhio, senza però danneggiare il cervello. Operato per la rimozione dell'ogiva, è tutt'ora in prognosi riservata. Più tardi veniva identificato come un albanese di 31 anni: arrivato in Italia dal '95, si era stabilito subito in Brianza e venendo denunciato la prima volta un paio di anni dopo. Da allora è stato tutto un susseguirsi di furti, rapine e spaccio di droga. Pur essendo clandestino e senza fissa dimora, non è mai stato cacciato dal nostro Paese.
Nel frattempo in stazione si era presentato un agricoltore sui quarant'anni, sposato con una coetanea, senza figli. Verso le 5 era stato svegliato da alcuni rumori provenienti all'esterno della sua cascina, si era affacciato scoprendo tre individui che con la scala stavano raggiungendo il primo piano dove si trova la sua camera da letto. «Ho gridato che se ne andassero, dicendo che ero armato, ma questi hanno continuato a salire. Per metterli in fuga ho sparato un paio di colpi casaccio. Solo allora sono scesi e si sono dati alla fuga». I tre, compreso lo stesso ferito, si dileguano nella notte raggiungendo il loro rifugio dove si accorgono della gravita della lesione. Decidono quindi di imbastire una storia: lo portano ai giardini di via Monza e chiedono al primo bar aperto di chiamare i soccorsi.
Pochi i dubbi che si tratti della stessa persona, anche se la conferma verrà solo dalla perizia balistica. Con ogni probabilità faceva parte della gang che da tempo terrorizza la zona con le sue scorribande e che avrebbe già derubato lo stesso agricoltore qualche mese fa, costringendolo a comprare una pistola, regolarmene denunciata. L'uomo è ora sconvolto ma questi non gli ha risparmiato la denuncia per lesioni gravissime, aggravate dall'uso dell'arma da fuoco. «Un atto dovuto» spiegano gli inquirenti. Anche se sembrano esserci tutti i requisiti per la legittima difesa che deve essere immediata e proporzionata all'offesa.

I banditi stavano infatti entrando in casa e in tre contro uno, pur di fare bottino, l'avrebbe sicuramente ridotto a mal partito.

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