Una tecnica facile facile. Una specie di giochetto dall'apparenza innocua, uno stratagemma di quelli che fanno esclamare «come rubare le caramelle ai bambini!». Peccato che più che un'inezia si trattasse di un vero e proprio colpo basso pensato e messo a punto da un gruppo di menti criminali, anche se chiamarle così può sembrare eccessivo. La cosiddetta «banda delle monetine» è stata sgominata in questi giorni dalla squadra investigativa del commissariato di polizia «Greco Turro» con la collaborazione delle Fiamme Gialle. I malviventi - sei sudamericani, tra cui una donna e un italiano accusati di associazione per delinquere finalizzata a furti pluriaggravati con violenza sulle cose, mezzi fraudolenti e destrezza e un italiano - hanno messo a segno ben 54 furti rastrellando, a partire dal marzo 2016, le loro vittime nei parcheggi di centri commerciali, supermercati e punti vendita di vario genere. Individuato l'obiettivo, i balordi facevano cadere a terra monete di piccolo valore, per derubarle intanto di borse e portafogli, ma mai servendosi della violenza.
«Abbiamo chiamato l'operazione Plata, cioè denaro in spagnolo - ha spiegato la dirigente del commissariato, Giorgia Iafrate - proprio a causa dello stratagemma usato dalla banda: una volta individuata la vittima, per lo più donne anziane, un componente faceva cadere delle monetine per distrarla e mentre la persona le raccoglieva, un complice ne approfittava per aprire l'auto e prendere borse e oggetti sui sedili».
L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, eseguita dalla polizia, è stata emessa dal gip Manuela Cannavale del tribunale. Il solo italiano coinvolto è un 66enne, gli altri arrestati sono un 47enne cileno, un 53enne cubano e quattro peruviani: un 45enne, un 30enne, un 34enne e infine la donna che ha 27 anni. Tra i sudamericani c'erano due «capi» considerati i promotori, oltre all'italiano che per gli investigatori rappresenta un elemento importante della banda. Tutti i membri del sodalizio criminale abitano tra la Barona e Villa San Giovanni, ma anche nell'hinterland, alcuni hanno precedenti contro il patrimonio.
Le indagini sono iniziate dopo una rapina messa a segno a marzo 2016 nel parcheggio dell'Esselunga di viale Suzzani, ma la svolta investigativa c'è stata il mese successivo, in occasione di un colpo messo a segno in un supermercato di viale Papiniano ripreso dalle videocamere di sorveglianza. Dalle immagini si è riusciti a risalire alla targa dell'auto usata e a individuare i membri della banda anche grazie a intercettazioni e analisi dei loro profili sui social network. Inoltre le indagini sono state portate avanti anche grazie ai controlli sulle carte e i bancomat rubati che venivano strisciati più volte nel negozio dell'italiano con vari tentativi di pin.
Durante le perquisizioni nelle abitazioni dei sudamericani sono stati trovati 15 borse e 15 portafogli di marca, 4mila euro e varie carte di credito.
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