All Hallows' Eve: sera di tutti i Santi, il 31 0ttobre, che precede l'All Hallows' Day, il 1 novembre giorno di Ognissanti. Quell'Hallows' Eve di origine europea e cattolica trasmigrò in America, dove divenne Halloween, la notte delle streghe e in quanto tale è tornata da noi che l'avevamo inventata. E' l'orrore che precede la luce, la morte bassa, bassa che anticipa l'altezza della santità. Mostri, zucche intagliate, demoni, cappi sono diventati il gioco di piccini e adulti che procedono al ritmo di «Trick or treat?», dolcetto o scherzetto?
Nero, rosso, nonché arancio, sono i colori di una notte che ognuno interpreta a suo modo, trafugando nei negozi le cose più strane. «Il trucco quest'anno va per la maggiore - spiega Giorgia Sarti al «Party Magic» di via San Gregorio -. Lenti a contatto che fanno occhi di animali, gatti, gufi, lupi, e da da demone, ma soprattutto le ciglia, rosse, piumate, comunque lunghe che piacciono a donne e anche a uomini nostalgici del cattivo di Arancia Meccanica». Insensibili le grandi firme a questa tradizione e anche i profumieri, nessuno ha ancora pensato a un'essenza che olezzi di cadaverina, anche se alla Mondadori c'è un gioco che si chiama «Bleatt». Un libro zeppo di cose viscide, puzzolenti, schifose» contiene dita putrefatte, cacche finte e insetti. Sempre nella libreria la marionetta in peluche di un corvo nero vestito da strega con grande mantello arancio e gatto nero ricamato.
Per le modaiole un riferimento: in via della Spiga un negozio di ballerine presenta le cenerentole con la zucca e «Cashmirino», in via San Pietro all'Orto, propone per bimbette la borsetta in feltro con la zucca o il gufo siglati appunto «Trick or treat?».
Qualcuno ha già pensato: uffa che zucca di tutte queste zucche! e ha bandito ogni tradizionale cimelio di Halloween dedicandosi ad un particolare tipo di rito noir. Il «Club Haus 80'S» raduna tutti in un «Funeral Party» in total black, come le tenute delle vedove con veletta, del becchino con bombetta, dello iettatore, nonché della famiglia Addams, rigorosamente con i fazzoletti neri per piangere lacrime alla fine dolci, perché se lo scherzetto truce è una componente di Halloween, l'altra è la dolcezza, sulla quale ha puntato il museo del Fumetto, organizzando per il 4 novembre un concorso esilerante: «Dolci mostri in mostra». E' dedicato a chi vuole diventare un vero «boss delle torte», con tanto di laboratori e cake design impegnati a escogitare la torta con teschio, con volto di Dracula o della Sposa Cadavere. Una mostra di venti dolci decorati da «fumetto horror» è già in corso al museo, grazie alle opere di Susan Perego, cake designer di fama che ha realizzato dolci da paura e funzionali a un bel tiro di... torte in faccia.
Insieme ad «Arancia meccanica» e «La famiglia Addams» un altro cult del cinema fa la sua apparizione in questa nottata repellente: «The Rocky Horror Picture Show» di Jim Sharman. Nelle sale in cui la pellicola restaurata e in digitale verrà proiettata sono attesi transylvani in tacchi a spillo e lingerie per battaglie contro vergini inesperti bisessuali, preparati a buttarsi nei classici riti: lancio di riso e acqua, gridolini codificati e folli danze al ritmo del «Tome Warp».
Per i piccolini? Oscurità da crudele acquario. Una delle tradizioni di Halloween narra che il 31 ottobre il polpo fetente cerca di uscire dalla vasca per insidiare le ricciole attirato dal giallo della loro livrea, per cui ogni travestimento ittico è il benvenuto in questa data degna di «Una notte al museo», magari in quello della Scienza e della Tecnologia che si apre in una festa per i cuccioli.
«Seduttori Adulatori e Demoniaci» scriveva dei dannati Dante Alighieri nella sua «Commedia» d'oltretomba e con questi travestimenti dovranno presentarsi i fans di «Monsterland 2012 - La stazione dei demoni» nell'ex deposito dei treni a Porta Genova, che l'anno scorso ha visto oltre tredici mila persone invadere lo stadio di San Siro.
Può accadere che nei negozi di gadget si incontri qualche nonnetta trendy supplicante: «Sono sola. Datemi le cose più brutte da mettere fuori dalla porta di casa affinché i bambini vengano a suonare il mio campanello» e accade che tutti i bimbi siano attesi dai commercianti di corso Garibaldi.
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