Ticket sanitari, da novembre ridotte le fasce di esenzione

Cambiano le regole delle esenzioni dai ticket sanitari. Sia quelli che riguardano la diagnostica sia quelli in ambito farmaceutico. Dal primo novembre infatti pagheranno anche i disoccupati, i cassa integrati, i pensionati e gli anziani con un reddito familiare superiore a 20mila euro lordi.
Fino ad oggi le categorie più fragili hanno potuto non pagare il ticket e sono state tutelate il più possibile da nuove spese. Ora lo spartiacque tra le fasce deboli che pagano e che non pagano è stato determinato in 20mila euro, abbassando l'asticella. Fino a questo momento invece l'esenzione ha riguardato le categorie deboli con un reddito uguale o inferiore a 38.500 euro lordi. La novità è stata introdotta da una delle delibere del pacchetto dei provvedimenti sulla sanità approvato dall'ultima giunta lombarda di venerdì scorso. Una decisione amara presa in corner, nell'ultima seduta utile. E uno dei tanti nodi che ora dovrà affrontare il neo assessore alla Sanità Mario Melazzini (nella foto).
Immediate le polemiche del Pd. «Noi - spiega Alessandro Alfieri, consigliere uscente della squadra ormai sciolta - avevamo invece proposto di abbassare i ticket per tutte le famiglie al di sotto dei 30mila euro e di applicare il principio della progressività per le altre fasce, rendendo così la compartecipazione sanitaria più equa». A questo punto se ne parlerà durante il prossimo giro di legislatura, dopo le elezioni.

«La Lega ha fatto proclami per abolire i ticket sanitari - spiega Alfieri - e per ampliare le fasce di esenzione. E poi in giunta fa passare una delibera che le restringe. Noi continueremo a batterci per avere un ticket proporzionato al reddito per tutti».

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