Cristina Bassi
Provato e gravemente malato, ha voluto essere presente in Tribunale per far sentire la voce di un paziente vittima di un assurdo errore medico. Perché, ha spiegato, ce ne sono molti come lui. Ieri Giuseppe Calabrò, 87 anni, ha assistito alla prima udienza del processo a carico dei due chirurghi che per sbaglio gli hanno asportato il rene sano invece di quello malato.
«Sono qui - ha detto fuori dall'aula Calabrò -, perché spero che questo mio caso possa essere di monito e possa salvare altri. Oggi si fanno moltissimi interventi, si pensa solo ai numeri, senza neppure badare alle conseguenze. Il mio è stato solo un caso eclatante fra tanti altri casi». L'anziano è stato operato al Fatebenefratelli il 5 dicembre 2017. Era venuto a Milano da Reggio Calabria, dove vive, perché era affetto da una neoplasia al rene destro. I medici hanno proceduto all'asportazione, sbagliando però organo. Così il pensionato si è ritrovato senza un rene e con ancora quello colpito dal tumore.
I due medici rispondono di lesioni colpose aggravate. Nella cartella clinica era stato contrassegnato l'organo sbagliato. Le difese ammettono l'errore e spiegano che il loro obiettivo è risarcire il danno. Il dibattimento è stato rinviato al 9 dicembre, per permettere ai medici di presentare una nuova offerta risarcitoria dopo che nei mesi scorsi la cifra proposta non era stata ritenuta congrua dalla vittima. L'87enne, ex insegnante, era accompagnato dai due figli e assistito dall'avvocato Renato Fortunato Russo. La richiesta avanzata dalla parte offesa e dalla famiglia è di un milione e mezzo di euro. «Per me questa vicenda è stata una grande delusione - ha continuato l'anziano -, ero venuto a Milano perché le strutture presenti qui mi davano più garanzie e invece... È impensabile che ci possa essere un caso del genere e che ci siano questi errori così impressionanti». Il giorno dopo l'operazione era stato lo stesso paziente a far notare al medico che lo controllava che gli era stato asportato il rene sano. Da qui la denuncia ai due chirurghi e il processo nato dal decreto di citazione diretta a giudizio emesso dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano.
Per l'avvocato dell'87enne, l'assicurazione dell'ospedale «dovrà fare un'offerta risarcitoria che soddisfi anche il danno morale subito da un anziano che si è ripiegato in se stesso e a cui è stata tolta la gioia di vivere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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