Stefano Giani
Esterofilo quanto basta. Come nei cromosomi italiani. Ambiziosetto anziché no. Attento alla sostenibilità. Nostalgico perfino, ma in salsa progressista. Radical chic che guarda agli anni Settanta e sposa il danaro di illustri mecenati. Da Samsung a Parmalat. Da Fastweb Digital a Goethe Institut e Iulm per finire con la distribuzione «I wonder» e Biografilm, volti della galassia rossa. È il Milano Film Festival - presentato ieri a Palazzo Marino - che parte domani e chiuderà l'8 ottobre, dopo aver proposto una raffica di film, otto in gara e 15 fuori concorso, 41 corti, sezioni parallele come «Meeting pot» che propone re-visioni sul modello del leggero ma non eccelso Pitza e datteri o il bellissimo Il fondamentalista riluttante. E due mostre. Una è dedicata a Michelangelo Antonioni nelle foto dei set di alcune storiche opere - Il deserto rosso e L'avventura - e l'altra «Noi. Milano 1968-1977» si avvale dei filmati del collettivo cinema militante di Milano. Insomma, gli anni di piombo sono morti... Evviva gli anni di piombo.
Ma il piatto forte restano il cinema. Il consiglio suggerisce Meteors (il 29 alle 20 al Mudec e il 2 alle 19.30 al Ducale) per chi ama l'attualità. Così il Kurdistan inquadrato dalla prospettiva del Pkk nell'edizione scorsa, stavolta è mostrato dallo spiraglio del popolo che ha votato l'indipendenza. Il cileno Los perros (il 30 alle 19.30 al Ducale e il 6 alle 22 al Mudec) racconta la vita di Mariana cresciuta in una famiglia vicina a Pinochet. Si torna alla dittatura mentre Person to person (l'1 alle 18 e il 6 alle 20 al Mudec) è una lettera d'amore del regista, Dustin Guy Defa, a New York nell'era Trump. Fuori concorso i due documentari firmati da Abel Ferrara - il musicale Alive in France (il 6 alle 19 al Ducale) e Piazza Vittorio (il 7 alle 19.30 al Ducale) - che sarà ospite a Milano e terrà una masterclass gratis sabato 7 alle 15 al Base. Per divertirsi c'è la sezione di animazione e per riflettere sullo stato dell'Italia contemporanea ecco «Colpe di Stato». Insomma, l'ambizione è grande, ma per essere un festival grande e ambizioso non bastano grinta e sponsor. La scelta di inserire molti documentari è pericolosa data la concomitante «Visioni dal mondo» organizzata dal 5 all'8 ottobre da Unicredit che mette in vetrina opere di prestigio assoluto.
Il segnale che il Milano Film Festival sia passato dal Piccolo teatro a Base, Mudec e Ducale riporta in fabbrica - l'ex Ansaldo - la nostalgia della classe operaia. Ma i biglietti non sono certo popolari: 7,5 euro a Mudec e Ducale, 5 a Base e Cascina Cuccagna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.