C'era il barbone che «purtava i scarp de tennis» sul «stradun per andare all'Idroscalo». O il zio di ottant'anni ch'el tampinava ona bella mora» in piazza Martini e in piazza Susa, all'altezza del civico 67. Enzo Jannacci manca già da un anno, è morto il 29 marzo del 2013, a pochi giorni dal primo anniversario ad aprile il Comune ha dato il suo nome al dormitorio di viale Ortles. Al cantautore, cabarettista, attore più milanese di tutti. E in ogni canzone a raccontato un pezzo della sa città. I papà era ufficiale dell'Aeronautica, lavorava all'aeroporto di Linate, per arrivarci doveva percorrere lo stesso «stradun» che porta all'Idroscalo, come il barbone di una dei testi più celebri. Con la mamma, la sciura Mariuccia, abitava in via Sismondi, all'angolo con via Lomellina. In «E ho visto un uomo», del 1966, sembra di vedere quell'uomo che piange, con la gente intorno che si ferma a guardare, ma senza chiedere niente,, fa rumore solo il neon adi una vetrina. Dove? In via Lomellina.
Si può fare un viaggio tra le canzoni e i luoghi della vita di Jannacci. Si potrà fare. Il Consiglio di Zona 4 ha già votato all'unanimità una mozione per promuovere «un itinerario culturale che testimoni il legame di Enzo Jannacci con il suo territorio. Il musicista, autore, poeta, è nato e cresciuto nel quartiere Argonne-Lomellina e ha più volte cantato i nostri quartieri nelle sue opere»».
La zona dunque chiede al Comune di installare in diversi luoghi già «selezionati» delle targhe che riportino la strofa del brano che lo collega a quella strada o piazza, un investimento economico modesto visto che per iniziare hanno scelto un viaggio in cinque tappe nella vita (e un pò nella carriera) di Jannacci. Ma tanto piccolo è l'impegno economico, che l'invito è a non perder tempo, per offrire il percorso «ai visitatori in arrivo per Expo», tra questi - soprattutto dal resto d'Italia - ci saranno evidentemente anche tanti fan o semplici curiosi di scoprire come, o soprattutto dove, sono nate canzoni entrare nella storia della canzone.
Si parte dunque da Rogoredo, un luogo ancora da identificare nella parte storica del quartiere, la strofa ovviamente sarà tratta da «Andava a Rogoredo». Il titolo parla da sè. Si cammina fino a via Sismondi («E ho visto un uomo»), in quella casa natale quasi all'Ortica dove Jannacci cardiochirurgo aveva tenuto il suo ambulatorio di medico di base, anche quand'era già famoso continuava a fare il medico e a curare - spesso gratis - gratis i milanesi in difficoltà. Bisognerà fermarsi all'imbocco del tunnel di viale Corsica, direzione Idroscalo, per leggere sulla targa «El purtava i scarp de tennis», anno 1064, e immaginare quell'uomo che «rincorreva già da temp un bel sogno d'amor».
La «Forza dell'amore» cita piazza Susa e piazza Martini (in zona 4), ma la targa si potrebbe apporre pure in piazza Napoli, Porta Romana, Porta Vittoria, tutte elencate tra le strofe scritte da Dario Fo e musicate da Jannacci.
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