Soldi a fiumi che arrivavano in Calabria, chiusi sottovuoto. Anche lui u baruni, Cosimo Andrea Scarano, detto anche «il ragioniere» aveva fatto molti viaggi, dopo essere stato per molto tempo a libro paga dei fratelli Giovanni, Enzo e Cosimo Loiero, della cosca dell'ndrangheta «Ruga-Loiero-Metastasio» che si muoveva nell'area di Monasterace (RC). Tutti arrestati nel corso dell'indagine Mare Ionio (però condannati in abbreviato a pene tra i 16 e i 18 anni) attraverso la quale i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Milano hanno sequestrato ville, aziende e terreni, beni immobili comprati con i soldi del traffico di cocaina, per un totale di circa 5 milioni di euro tra Como, Milano, Reggio Calabria e Catanzaro.
Per almeno un decennio hanno ammassato una quantità enorme di denaro grazie al traffico internazionale della droga. Cocaina purissima che arrivava da Brasile e Olanda, veniva lavorata a Settimo Milanese, in quella che è stata considerata la raffineria della ndrangheta in Lombardia, e smerciata in tutta Italia e in Germania. La «Z1», «roba» da 35mila euro al chilo, talmente buona che in tanti hanno provato a copiarla.
Le misure rappresentano l'esito degli approfondimenti patrimoniali sviluppati, sia attraverso attività tecniche, sia con metodi d'indagine tradizionali, nell'ambito dell'indagine che, nell'aprile del 2016, aveva consentito di disarticolare dedita al traffico internazionale di stupefacenti.
Le investigazioni, svolte sotto la direzione del pm milanese Alessandra Dolci, hanno dimostrato una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dagli indagati e dai familiari e il patrimonio nella loro disponibilità, anche per il tramite di intestatari fittizi, ritenuto il frutto dei traffici di stupefacenti.
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