È una tregua armata: «Chiediamo una legge e un nuovo assessore»

È una tregua armata: «Chiediamo una legge e un nuovo assessore»

C'è uno zoccolo duro di circa trecento tassisti che voleva continuare la protesta anche dopo il tavolo ieri in prefettura, chiuso con la minaccia di denunce penali e sospensioni di licenze. I sindacati hanno chiesto calma e gesso ai ribelli dopo le bombe carta, due giorni di sciopero selvaggio e le liti nella notte tra tassisti e autisti Uber, con due persone finite all'ospedale. Calma e gesso. Ma le sigle faticano ormai a tenere insieme le varie anime che hanno sfilato anche ieri mattina in corteo e hanno proseguito il presidio in Centrale fino a sera. E la protesta rischia di esplodere se domani non arriveranno garanzie precise dal ministro alle Infrastrutture sulla lotta contro gli abusivi nel settore del trasporto pubblico. Maurizio Lupi ha convocato i sindacati per trovare una mediazione alla lotta tra auto bianche e il servizio di prenotazione via «app» lanciato da Uber, prima con la formula della macchina con conducente, poi nella versione «UberPop» che promette buoni guadagni a chi «offre» un passaggio con la propria macchina a chi lo cerca via web. Il governo deve trovare una via d'uscita legislativa, lo deve fare velocemente: la rivolta milanese sta facendo scuola, anche a Roma la categoria si sta già mobilitando contro Uber.
E sulla gogna (più del ministro almeno per ora) ci è finito l'assessore ai Trasporti Pierfrancesco Maran. Che prova a scaricare ogni responsabilità sul governo, ma il sindacato più rappresentativo dei tassisti, il Satam, chiede la sua testa. «Deve dimettersi» ordina il segretario generale Nereo Villa. Il presidente della sigla, per inciso, è Raffaele Grassi, anche consigliere di Valori per Milano che in aula siede nella maggioranza di Pisapia ma non è più morbido con l'assessore. Maran ha provato a lanciare una proposta in cinque punti. Chiede al governo di «istituire un registro nazionale di intermediari Ncc», le società che fanno intermediazione «definiranno gli accordi economici e avranno il vincolo di far rispettare le regole agli Ncc che aderiscono», dovranno fornire il registro degli aderenti e delle corse per un controllo delle regole, dovranno dotarsi di una carta dei diritti dell'utente, potranno assegnare corse solo agli Ncc della Provincia o Città Metropolitana dalla quale comincia o termina il servizio richiesto. Dalla prenotazione all'inizio del servizio «dovranno decorrere almeno 90 minuti». Con più di 3 violazioni all'anno, l'intermediario «sarà sospeso per 12 mesi». Tra le proposte c'è anche una verifica sugli intermediari di car pooling (come si presenta tecnicamente UberPop), dovranno «monitorare che al conducente venga riconosciuto nulla più del rimborso spese di benzina e pedaggi», altrimenti l'autista fai-da-te rischierà confisca del veicolo e multe da 1.761 a 7.045 euro. La replica dei tassisti? «Si dimetta, le norme che ha presentato vogliono cancellare la legge quadro 21 e far nascere una sorta di capolarato nel settore taxi».

Grassi domanda poi «con chi ha condiviso la proposta, visto che l'Aula ha votato una revisione del Regolamento comunale, cosa diversa dal registro. E se vuole scopiazzare, alcuni provvedimenti presi da Parigi, almeno lo faccia bene. Lì per chi non rispetta le regole ci sono pene severe, fino all'arresto».

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