Rischia di costare cara alla Rai l'addio forzato al video di Enzo Creti, volto storico del Tg regionale, esodato contro il suo volere. Per avere tenuto Creti a casa, nonostante la sentenza che nel dicembre scorso aveva ordinato il suo reintegro, i vertici dell'azienda potrebbero venire chiamati dalla Corte dei conti a risarcire il danno causato all'erario.
La vicenda di Creti e di un'altra collega, Raffaella Brustia della redazione cultura, anch'ella pensionata d'autorità e anch'ella mai reintegrata, è stata al centro di una affollata assemblea nel pomeriggio di ieri nella redazione Rai di corso Sempione. Tema, come tutto quello degli esodati, complesso e controverso: anche perché il reintegro dei due anziani esodati rischia di compromettere la assunzione di altrettanti giornalisti precari che attendono da tempo un contratto a tempo indeterminato.
Creti, che ha compiuto 66 anni nel marzo scorso, è uno dei conduttori più noti e popolari della sede Rai di Milano ed in particolare delle sue cronache sportive, grazie alla sua trasmissione del lunedì sera «Taca la bala, taca el balùn» e a battute fulminanti come quella su un famoso calciatore «neanche l'Enel lo vuole per fare il palo della luce». L'anno scorso la sua scomparsa repentina dal video aveva sollevato le proteste di diversi suoi fan. Ma la Rai aveva ritenuto che il suo tempo fosse giunto al termine.
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