Bis a Senago per Magda Beretta (nella foto). E si gioca il bis al secondo turno a Sesto San Giovanni anche Roberto Di Stefano che però una vittoria personale (e politica) l'ha già raggiunta: la sua lista «Di Stefano sindaco» al 29,72%, la Lega seconda ferma a 6,17 e a un filo da Fratelli d'Italia che ha preso il 5,47. «Ho saputo dialogare con il terzo settore, il volontariato, l'associazionismo, realtà che rappresentano la spina dorsale della città. Mi votano anche elettori di sinistra e socialisti» ha commentato a caldo. E i rapporti coltivati negli anni sul territorio spesso hanno più peso della coalizione o delle cariche altisonanti, come dimostra l'analisi delle preferenze per sindaci e candidati nei Comuni. A Monza ad esempio, dove nella lista della Lega il più votato è Simone Villa con 227 voti, secondo l'assessore Federico Arena, terzo il consigliere Salvatore Russo. Arriva solo sesto (con 146 voti) il deputato Paolo Grimoldi, capolista. Nella lista CivicaMente che sosteneva il candidato sindaco Paolo Piffer era candidato anche Massimo Cappato, fratello del radicale Marco che aveva lanciato per lui anche un appello al voto sui social, ma ha preso 76 preferenze che non gli basteranno per entrare in aula (a meno di rinunce). Ne ha presi 24, nella lista civica a sostegno del candidato Pd Paolo Pilotto arrivato al ballottaggio contro il sindaco uscente Dario Allevi, Valeria Rossi, ex cantante del tormentone 2001 «Tre parole» (sole, cuore e amore), che dopo la parentesi musicale è impiegata in un comune brianzolo. E 26 voti per l'ex assessore della giunta Moratti Maurizio Cadeo, che si è candidato a Monza nella lista FdI. La prima donna più votata in città (con 357 preferenze) è invece Martina Sassoli.
A sinistra la rivelazione di questa tornata è il neo sindaco di Lodi Andrea Furegato che ha strappato al primo turno la poltrona alla leghista Sara Casanova con il 59% dei voti. La sindaca uscente si è fermata 37,2. Laurea in Finanza e Mercati internazionali, bancario, cintura nera di judo, Furegato ha appena 25 anni, la madre è la segretaria provinciale del Pd Roberta Vallacchi. Nel centrodestra, l'ormai ex vicesindaco Lorenzo Maggi che ha corso per il centrodestra nella lista civica «Il Broletto con Maggi» è stato il più votato in assoluto a Lodi, 509 preferenze. L'assessore regionale Pietro Foroni si è candidato invece nella lista della Lega a Lodi ma si è fermato a 97 preferenze.
E a trentatrè anni ha conquistato per la seconda consecutiva la fascia tricolore a Senago la leghista Magda Beretta, ha stravinto al primo turno con il 65,2% dei voti contro il 34,7 dello sfidante del centrosinistra Giuseppe Sofo. Dopo una pausa ha fatto invece il tris a Melegnano Vito Bellomo, già sindaco di Forza Italia dal 2007 al 2017. Ha guadagnato la fascia senza passare dal ballottaggio con il 53,8% dei voti. Niente da fare (per ora) invece a Como per l'ex primario dell'ospedale Sant'Anna Giordano Molteni che Fdi aveva scelto per riconquistare la poltrona a Como senza ricandidare il sindaco uscente Landriscina. Il ballottaggio sarà tra la candidata Pd Barbara Minghetti (39,26%) e il civico Alessandro Rapinese (27,42%) anche se il centrodestra ha chiesto il riconteggio delle schede, ci sono 104 voti di scarto, Rapinese ne ha presi 8.057 e Molteni 7.953. Boom e vittoria al primo turno a Castiglione delle Stiviere per Enrico Volpi, per lui il 75,4% delle schede.
Curiosità e segnali dal voto. A Magenta ha debuttato il partito «La Nuova Italia», con il candidato sindaco Munib Ashfaq, ragioniere di origini pachistane, ma ha incassato 212 voti, l'1,99%. Ed è stata una sconfitta netta per la mistress Doha Zaghi, in arte Lady Demonique, che sognava di diventare sindaco di San Bartolomeo Val Cavargna, piccolo comune del comasco. La star del sadomaso, appoggiata dalla lista Partito Gay Lgbtt+, si è dovuta accontentare del 14,6% dei voti (cioè 81) contro l'85,4% del suo avversario, Eleonora Bari, appoggiata dalla lista Insieme per S. Bartolomeo Val Cavargna.
Inizialmente Lady Demonique era stata candidata a consigliere comunale di Como ma lo stop del leader di Azione Carlo Calenda, l'aveva spinta a presentarsi come sindaco del piccolo Comune comasco. Esclusa in un primo momento per decisione della commissione elettorale, aveva fatto ricorso al Tar.
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