«Se nella sentenza del Tar sul salvataggio di Sea ci fosse stato lo zampino dell'amministrazione, sarebbe gravissimo». Per il capogruppo milanese di Forza Italia, Pietro Tatarella, è la punta di un iceberg. Lui e il consigliere regionale Fabio Altitonante hanno organizzato sabato prossimo al teatro Dal Verme (dalle ore 10) «Rialzati Milano», una kermesse per lanciare la campagna del 2016 e scongiurare il bis della sinistra a Palazzo Marino dopo la mala-gestione di Pisapia. Potrebbe partecipare anche il leader Silvio Berluscon.
Il giudice del Tar che salvò Sea (e il Comune) è inquisito, lo accusano di aver copiato la sentenza da un «pizzino» da qualcuno che conosceva nei dettagli la vicenda, magari proprio il sindaco-avvocato. Cosa ne pensa?
«Sia la vendita all'asta delle quote aeroportuali, sia il caso di Sea Handling su cui si concentra questa inchiesta sono state forse le due partite più opache gestite dalla giunta Pisapia. E ricordiamo che se non avessero portato a termine l'operazione, il passaggio di quote dal Comune a F2i, non avrebbero chiuso il Bilancio in pareggio nel primo anni di mandato. Non potevano permettersi di fallire».
Amministrare una grande città costa.
«Certo, ma qui sono riusciti ad aumentare le tasse a livelli record e a calare quantità e qualità dei servizi. Un'impresa. E ci hanno fatto pagare politiche ideologiche di cui avremmo fatto a meno. Penso alle domeniche a spasso, migliaia di euro sprecati per convincere i milanesi a non usare l'auto».
Il vostro slogan è «Rialzati Milano». Da cosa?
«Bisogna reagire all'invasione dei campi rom, ai muri imbrattati dai writers, al degrado diffuso e sotto gli occhi di tutti».
Eppure Pisapia continua a citare le classifiche e i giornali internazionali che descrivono Milano come un paradiso. Chi ha ragione?
«I giornali stranieri di solito si riferiscono al centro, ma sono delusi anche i residenti in Zona 1, per Area C, la pedonalizzazione di piazza Castello che ha intasato uno snodo cruciale come Foro Bonaparte. E Pisapia è stato un campione nel vendersi ciò che hanno impostato i sindaci di centrodestra prima di lui, delle nuove metropolitane alla trasformazione di Porta Nuova».
Farete squadra con Ncd nel 2016? Salvini dice: «Dove c'è Alfano non ci sono io».
«Noi lavoriamo per una coalizione vasta. É evidente che ci aspettiamo dagli esponenti milanesi Ncd una presa di distanza forte rispetto ad Alfano e alla politica del governo Renzi».
Vi ascolteranno?
«Credo di sì, non possono fare ancora a lungo la politica dei due forni, serve una scelta netta: con che maglietta vogliono giocare la partita?».
A una squadra serve il capitano. Il nome del sindaco?
«Per me si può individuare anche a gennaio o febbraio, è importante avere prima ben chiaro un progetto di governo. Mai come questa volta i cittadini voteranno in modo consapevole: hanno provato cosa vuol dire essere governati dal centrodestra e dalla sinistra, sanno benissimo i pro e i contro».
Anche il modello Pisapia senza il suo bis
scricchiola?«Con la sua vittoria alle primarie nel 2011 ha nascosto i problemi storici della sinistra milanese, senza la sua figura a tenere insieme le varie anime quelle contraddizioni sono riemerse e stanno esplodendo».
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