Troppi veti incrociati Maroni congela il rimpasto di giunta

Diplomazie ancora al lavoro per ridisegnare la squadra Gelmini: «I lombardi ci chiedono di lavorare insieme»

Frenata sul rimpasto di giunta in Regione. Non sarà oggi la giornata decisiva per ridisegnare la squadra degli assessori e probabilmente nemmeno quella dell'incontro risolutore tra il governatore Roberto Maroni e la coordinatrice di Forza Italia Mariastella Gelmini . Molti i candidati e soprattutto troppi i veti incrociati. E, come se non bastasse, anche l'intervento di Angela Ronchini , la presidente dell'Associazione Articolo 51 che ha subito messo sul tavolo la necessità di rispettare le quote rosa. «Il rimpasto così come ipotizzato, non dovrebbe eppure vedere la luce. Perché non solo esiste una legge che impone la giunta paritaria, ma c'è anche una sentenza del 21 giugno 2012 che rafforza tale nuova legge. Dubitiamo fortemente che Maroni abbia deciso di “suicidarsi” politicamente».

Certo il pressing della Lega per avere un riconoscimento del lavoro in aula con la promozione di un consigliere ad assessore, sembra difficilmente eludibile da Maroni che infatti si lasciato scappare ben più che una promessa nell'ultimo incontro con loro. E così sembra fatta per il super votato alle ultime elezioni europee Angelo Ciocca (22.472 preferenze), il «bulldog» della Lega che il segretario Matteo Salvini vorrebbe mettere alla Casa. L'assessorato perfetto per una sua campagna elettorale da sindaco. Paola Bulbarelli andrebbe alla Cultura (dove però non apprezzerebbe il commissariamento del vulcanico Vittorio Sgarbi ), oppure a Sicurezza e Immigrazione al posto della leghista Simona Bordonali . A scompigliare tutto ci sono anche le quotazioni in ascesa del leghista Fabio Rolfi e soprattutto la sommossa dentro la Lista Maroni dove il capogruppo Stefano Bruno Galli fatica a trattenere i pretoriani del governatore che chiedono più spazio. In corsa il consigliere segretario Daniela Maroni e lo stesso Galli, ma non è certo pensabile sacrificare l'olimpionico Antonio Rossi che proprio Maroni ha scelto come uomo immagine della sua squadra.

Giochi ancora più aperti dentro Fi dove si parla della promozione del sottosegretario Fabrizio Sala al posto di Alberto Cavalli alle Infrastrutture. In lizza, magari per la sua delega all'Internazionalizzazione e all'Expo, il consigliere Fabio Altitonante che ha mostrato i muscoli appoggiando la scalata di Pietro Tatarella al posto di capogruppo in Comune, m anche il coordinatore cittadino Giulio Gallera e un ex (al Commercio nella giunta Formigoni) come Stefano Maullu a cui le 35mila preferenze alle europee non sono bastate per volare verso Strasburgo. Uscito di scena il deputato Giuseppe Romele che avrebbe liberato un posto in parlamento per l'oggi sottosegretario Maurizio Del Tenno , sembra difficile anche lo spostamento dell'alfaniano Mario Melazzini a Lavoro e Formazione (territorio sempre amato dai ciellini) al posto di Valentina Aprea . Improbabile anche il disegno di Maroni che vorrebbe accorpare gli assessorati alla Salute e alla Famiglia della leghista Maria Cristina Cantù . Soprattutto dopo il successo del suo vice Mario Mantovani alle elezioni per la città metropolitana dove ha appoggiato il sindaco di Paderno Dugnano Marco Alparone che ha incassato 117 voti su 400.

Per Mantovani un'assicurazione sulla vita (politica).

«Vedremo - taglia corto la Gelmini - Per ora l'importante è continuare a lavorare tutti insieme, è questo che i lombardi vogliono da noi. E la parola rimpasto non piace proprio».

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