Avevano manomesso le stampanti in modo da simulare lo scarto di biglietti considerati difettosi e rivenderli tenendosi l'incasso. A gennaio l'azienda di trasporti aveva denunciato ai Carabinieri dieci impiegati nei sette Atm Point, le indagini stanno facendo il loro corso ma nel frattempo la sospensione dei lavoratori infedeli si è trasformata in licenziamento a tutti gli effetti. E l'ammanco di circa 70mila euro è stato quasi interamente recuperato. Alcuni impugneranno il licenziamento ma la maggior parte per alleggerire la posizione giudiziaria ha accettato un patteggiamento con l'azienda firmando il giusto licenziamento e rimborsando il danno. Cinquantamila euro sono già rientrati in cassa, altri 15mila sono stati rateizzati. Da allora ha spiegato il dg Arrigo Giani ieri in Commissione a Palazzo Marino «è stato modificato il metodo di stampa, anche i biglietti scartati vengono contabilizzati, non rimangono più fuori dal sistema. E abbiamo incaricato una struttura terza di verificare se le nostre strutture tecniche e organizzative sono efficaci o se ci sono buchi nel sistema da sanare, entro fine mese presenterò i risultati». Il sistema di stampa «è indubbiamente vecchio e sarà modificato interamente entro il 2020». Introdotta anche la rotazione del personale negli Atm Point. É stato invece rescisso il contratto con due rivendite di biglietti a Gorla e a Romolo. In questo caso l'azienda ha notato una «squadratura» tra le tessere stampate e i soldi versati, un ammanco di 80mila euro inizialmente interpretato come «plausibile dimenticanza».
Quando è stato sospeso temporaneamente il contratto di rivendita «i titolari hanno riferito che era colpa di un dipendente, già licenziato. Abbiamo rescisso l contratto e trasferito tutto all'autorità giudiziaria per verificare la truffa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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