Spaventare gli anziani, raccontando loro che hanno un parente in difficoltà - soprattutto se si tratta di un nipote, magari giovane - è un espediente di grande effetto per ottenere la loro attenzione e anche i loro beni. Purtroppo da tempo lo hanno capito gli uomini e le donne che li raggirano senza alcun scrupolo, sfruttandone fragilità e solitudine. A questa categoria appartengono anche i cinque balordi arrestati tra Milano, Napoli, Parma e la Spagna dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano. Una vera e propria banda di truffatori che approcciavano gli anziani con il classico metodo del finto avvocato e del finto carabiniere, figure credibili, che incutono rispetto, riuscendo così a far credere alle vittime che un parente fosse rimasto coinvolto in un incidente stradale.
Sono 27 le truffe di cui per ora i cinque devono rispondere, messe a segno tra il novembre 2016 e il febbraio 2017. A 24 donne e 4 uomini dai 65 ai 95 anni d'età, sono stati sottratti contanti e preziosi per oltre 200mila euro.
Le truffe, messe a segno in diverse zone di Milano, sono state tutte organizzate secondo il medesimo modus operandi. Il piano prevedeva innanzitutto di telefonare alle vittime. Durante le conversazioni prima un finto avvocato e in alcuni casi anche un fasullo maresciallo dei carabinieri comunicavano la necessità di consegnare denaro e gioielli a un loro emissario per poter così rilasciare un familiare trattenuto in una caserma dopo aver causato un incidente stradale.
Gli investigatori dell'Arma hanno potuto identificare i truffatori incrociando i dati acquisti dalle denunce delle vittime (dalle quali è emerso come i cognomi utilizzati dai finti legali e i nomi degli addetti alla riscossione fossero sempre gli stessi) con quanto è venuto fuori dalle intercettazioni telefoniche. A confermare le identità di chi riscuoteva il denaro sono stati anche i filmati di alcune telecamere di sorveglianza, nonché la localizzazione delle «Celle» delle utenze mobili nelle zone e negli orari compatibili con i raggiri. Si è scoperto così che uno della banda, il telefonista, addirittura da Ibiza, reperiva sul web, attraverso le rubriche telefoniche online, utenze fisse di anziani che risiedevano nelle strade in cui, di volta in volta, la banda decideva di colpire. Inoltre è venuto a galla che i malfattori erano pendolari, uomini che di solito nei weekend rientravano a casa, nel Napoletano, dove rivendevano l'oro, quindi ripartivano il lunedì mattina verso il nord Italia.
Uno degli
indagati è finito in manette a Parma, due sono ai domiciliari, un altro ancora ha l'obbligo di dimora nel comune di residenza, infine il complice arrestato in Spagna è in carcere in attesa di essere estradato in Italia.PaFu
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