«Al tuo amico i parametri dei bandi» Il comandante spiato con un virus

Nelle carte della Dda altri dettagli sui contatti imbarazzanti Viene allo scoperto il sottobosco costoso (e lecito) dei lobbisti

Cristina Bassi

Parametri in anticipo per concorrere all'appalto comunale sulla sicurezza; ex «sbirri» assunti nelle aziende asservite alla mafia catanese; lobbisti che a suon di euro mettono in contatto aziende e politici in ascesa. Dai faldoni dell'inchiesta della Dda sugli interessi del clan Laudani al Nord emergono nuovi dettagli.

PARAMETRI IN ANTEPRIMA

Il primo riguarda ancora il comandante dei vigili Antonio Barbato. Sentito dai pm Ilda Boccassini e Paolo Storari il 12 giugno, l'imprenditore della security finito a Opera Alessandro Fazio nega di aver mai offerto a Barbato di far pedinare un suo collega-nemico in cambio di un occhio di riguardo in una gara a Palazzo Marino. «Sono a favore della legalità», si spinge anche a dire. I pm però gli contestano che Domenico Palmieri, anche lui arrestato, ha dichiarato tutt'altro. E gli leggono la conversazione tra Palmieri e il comandante, captata il 3 marzo con uno spyware (virus spia): «Palmieri dice: Sulla sicurezza? e Barbato: (...) Stiamo facendo due passaggi, uno con Mastrangelo (predecessore di Barbato, ndr), Gliene hai parlato?, Sì, è venuto anche qua dalla Rozza, Si è incazzato?, No, tanto sono due settori... No, no, ma io sono... anzi sono felice, con Mastrangelo (...) anche adesso, Non c'è competizione?, No, no, no, no, la Rozza è contentissima». Ancora: «Per quel lavoro sulla sicurezza e per quel mio amico?, Barbato risponde: (...) Appena mi danno i parametri dei bandi io glielo comunico così lui partecipa perché è su una cosa che non c'ha nessuno, lui ce l'ha, Okay va benissimo risponde Palmieri, Quella cosa là lui... lui ce là, Va bene quindi aspettiamo, magari si può..., Assolutamente, assolutamente».

GUARDIE E LADRI

Come faceva Fazio a sapere di essere sotto indagine da parte della Mobile e della Gdf? Parlando col fratello Nicola citerà anche la Dda e Boccassini. I pm sono convinti che avesse una «talpa» in Procura. Lui invece spiega così: «Le dico che anche all'interno della nostra comunque azienda...» abbiamo come amministratore «un ex ispettore di Catania». Fazio fa nomi e cognomi. «Nella Securpolice servizi avevamo come amministratore e coordinatore il signor (...), che era ispettore che ha collaborato con lei tanti anni (rivolto a Boccassini, che però risponde di non conoscere il poliziotto in questione, ndr). Cioè non è che siamo proprio sprovveduti». Riassume Storari per il verbale: «A capo delle mie aziende vi sono per la maggior parte ex appartenenti alle forze dell'ordine».

LOBBISTI E GRILLINI

C'è anche chi, come il manager Alessandro Colombo, parlando con Nicola Fazio dice di voler arrivare a Luigi Di Maio. «Devo dargliene almeno dieci prima di Natale» per il portavoce, afferma nel novembre 2016 l'allora ad di Severn Trent Italia spa, impresa di Desenzano del Garda che si occupa di reti idriche. Ma non si tratterebbe affatto di una mazzetta a 5 Stelle. Bensì di regolare (e fatturato) compenso per la Utopia, società di lobbying e relazioni istituzionali. Un prezioso intermediario tra aziende e politica.

Non solo 10mila euro per trovare un canale proficuo e organizzare un incontro con Di Maio e i vertici grillini, molto sensibili al tema dell'acqua. Ma un totale di 25mila per altre consulenze utili a sviluppare collaborazioni nel settore idrico, ad esempio in Abruzzo. L'incontro non ci sarà, anche perché la Severn a febbraio è stata rilevata da Acea.

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