Il suo sogno Bollywood e l'India. È stata uccisa dai coinquilini indiani. La promessa: andare a Venezia per il compleanno con l'adorata zia quando sarebbe venuta a trovarla in Italia. È stata gettata nella Laguna (dentro una valigia). È l'atroce epilogo dell'avventura italiana di Mahfab Ahadsavoji, la studentessa iraniana di 29 anni trucidata dalla coppia di coinquilini indiani Rajeshwar Singh, 29 anni, e Gagandeep Kaur, 30 e gettata chiusa in un trolley nella acque della Laguna.
Ieri mattina all'accademia di Brera, dove la studentessa, stilista già nota a Teheran, si stava specializzando in Costume, si è tenuta la cerimonia commemorativa. Nell'aula magna dell'Accademia di Belle Arti gremita di studenti in lacrime, visibilmente scossi per quella compagna di studi sparita dall'oggi al domani senza un perché, anche la zia. Più che altro una sorella maggiore - «Era la persona a cui ero più legata al mondo, condividevamo i nostri segreti» -la zia è arrivata in Italia, a nome della famiglia, per riconoscere il cadavere e sbrigare le pratiche burocratiche per riportare la salma in patria. «Spero che Mahtab riesca ora a lasciare Venezia e a tornare con me a casa». Accanto a lei durante la cerimonia, organizzata dagli studenti, la professoressa di Costume che le tiene la mano e un amico iraniano che traduce. E tanti tanti ragazzi.
«Voleva partire per l'India. Amo le loro canzoni, i film e la pioggia stagionale.- racconta commossa - Fui io a suggerirle di venire in Italia. Mi ricordo il giorno in cui fu ammessa a Brera: gridava di felicità».
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