Tutte le iniziative: convenzioni con terme, enti e ristoranti. E c'è chi si riduce il cachet


Di necessità, virtù. Nel 2013-14, la stagione culturale milanese ha dovuto fare i conti con esigue risorse economiche e tagli che hanno condizionato l'allestimento dei cartelloni. Succede un po' dappertutto: conseguenza di una crisi che non fa sconti a nessuno.
E così, non meravigliano le iniziative particolari di alcuni gestori delle sale come quella, azzeccata, di offrire, in partnership con società (ad esempio Groupon), con ristoranti dai menu ribassati o terme con prezzi speciali, anche proposte di abbonamenti teatrali o di ingressi a singoli spettacoli, ridotti rispetto al normale anche del 30-40%. La risposta positiva dei clienti mostra che questa è una strada da non abbandonare per cercare di sopravvivere. Non la sola, sia chiaro, ma un segnale incoraggiante che dimostra anche la capacità, dei direttori artistici, di resistere, con fantasia, in un momento senza dubbio molto difficile. Senza prescindere, per quanto possibile, da una qualità che ha sempre contraddistinto le stagioni dei vari teatri che impreziosiscono la nostra città.
Come lodevole è stato riproporre l'iniziativa del Comune di Milano (alla sua XVI edizione) dal titolo «Spettacoli a invito», pensata e offerta gratuitamente agli spettatori meno assidui o che non abbiano mai messo piede in una sala teatrale. Una proposta che si è articolata in una sessantina di titoli e oltre 14 mila biglietti gratuiti.
Insomma, Milano ha risposto presente. E guardando alla prossima stagione teatrale, attraverso la lettura dei cartelloni che i vari teatri stanno svelando in questi giorni (e che potrete scoprire nelle prossime pagine), ci troviamo di fronte, ancora una volta, a un fiorire di generi, linguaggi, poetiche e interpretazioni che finiranno per accontentare i gusti di ognuno.
Si spazia dal classico «duro e puro» a quello riletto, dal tradizionale al più concettuale e moderno, dal musical alla commedia, dal dramma, all'attualità, dalla politica alla spiritualità, dal teatro di movimento al visionario, dall'attore di nome al meno conosciuto, dal regista affermato al debuttante.
E le compagnie teatrali come rispondono a queste suggestioni? Sentendo qualche direttore artistico, si viene a scoprire che è cambiato l'atteggiamento di chi recita, adattandosi al momento. Molti si riducono i cachet mentre altre compagnie cercano di diversificare la propria offerta anche se poi chi deve assemblare le stagioni si trova costretto a vagliare con maggior attenzione la qualità dei titoli proposti ai teatri.

Si lavora anche a percentuale (tot biglietti venduti, tot cachet), perché bisogna fare di necessità virtù. In ogni caso, il pubblico milanese stia tranquillo perché non avrà di che lamentarsi da cartelloni davvero impressionanti.

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