Tutti al "gran ballo": dame e cavalieri in pista per un rito dell'800

Una serata con la Compagnia danza storica Sorrentino: "Una bella tradizione che torna"

Tutti al "gran ballo": dame e cavalieri in pista per un rito dell'800

Immaginate: un salone elegante con dame e cavalieri in costume intenti a volteggiare. Una fiaba dell'Ottocento, serate mondane e lontane che ancora oggi esercitano un fascino incredibile. Ebbene, questa scena che sembra uscita da un quadro d'epoca, di epoche in cui situazioni del genere nell'alta società avvenivamo spesso, ora diventa nuovamente realtà. Grazie al Teatro Sociale di Como e alla Compagnia nazionale di danza storica. Sabato 19 maggio infatti, dalle sette del pomeriggio nel teatro comasco, riprende una tradizione cittadina che fino agli anni '60 del '900 riscuoteva successo e coincideva con l'apertura della stagione lirica: il «Gran Ballo in platea».

«Sì, parteciperò anche io - risponde il presidente del Teatro Sociale Fedora Sorrentino - Dopo aver promosso questa splendida serata ovviamente starò al gioco, la cosa mi diverte molto». Non è dato sapere chi sarà il suo cavaliere, anche perché in verità non si farà «coppia» fissa: diverse sono le persone single che hanno già prenotato. E non sarà obbligatorio indossare abiti storici. Lo spirito dell'evento più che altro è quello di partecipare, divertirsi, danzare. E raccogliere fondi per con «la finalità fundraising». Già, proprio così: il «gran ballo» comasco viene riproposto per raccogliere quanto necessario ai lavori di restauro al teatro. «Sono opere già partite, vengono fatte nei momenti in cui non ci sono spettacoli e attività in corso», spiega il presidente. La speranza è quella che oltre alla somma dei biglietti per partecipare alla serata (100 euro a testa) - c'è anche un buffet imperiale per tutti - si possa contare su qualche donazione da parte di chi ha cuore i destini della cultura. «Quanti ballerini saremo? - fa eco Sorrentino - Spostato tutto lo spostabile, abbiamo calcolato che ci dovrebbero stare 450 persone». Vivere la magia e l'atmosfera romantica del XIX secolo. Assaporare la gioia e il tremito dell'abbraccio di un valzer, dell'armonia di una quadriglia, della freschezza di una contraddanza.

Come ogni gran ballo di società che si rispetti è prevista l'«attesa» per l'arrivo della reginetta della serata. Tra le favorite ecco Lavinia Capellini, 21 anni, studentessa universitaria di Lettere antiche, che danza nella Compagnia diretta da Nino Graziano Luca da tre anni. «Ho già pronto il mio abito, color lilla; la gonna me la sono cucita io mentre per il bustino ci ha pensato la nonna». Lavinia già da piccolina amava il mondo dell'Ottocento, era affascinata dai versi di Giacomo Leopardi, a scuola studiava i romantici del violino, le note del melodramma verdiano. Questa sua passione l'ha portata ad avvicinarsi alla Compagnia nazionale di danza storica: «Mi piace moltissimo ballare. Per l'evento di sabato 19 mi sento fortunata, ho il cavaliere». Quel essere «fortunata» ovviamente è legato al contesto del ballo e relativa storia, avere il cavaliere per ballare può non essere una cosa scontata.

Come racconta in epoche passate capitava che le dame danzassero tra di loro perché i fidanzati e i mariti erano in guerra. «Che cosa farò dopo gli studi? - conclude Lavinia - Mi piacerebbe insegnare letteratura e arte, vivere vicina ai capolavori, a Firenze».

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