«Tutti i nodi al pettine Su profughi e islam sinistra superficiale»

Parisi al San Carlo parte da Milano e attacca «Il giudizio che diamo su Sala non è positivo»

Alberto Giannoni

Riparte da Milano, Stefano Parisi. E riparte dal giallo, il colore della sua campagna elettorale, che solo due mesi fa si è fermata a soli 17mila voti dal traguardo. L'obiettivo ora è ancora più ambizioso: «Energie per l'Italia». Ma l'operazione che l'ex candidato sindaco tenta oggi su scala nazionale, politicamente è la stessa: riunire e «rigenerare» il centrodestra per sfidare la sinistra con una proposta di governo credibile.

Parisi oggi pensa alle idee per il Paese. Lo ha spiegato ieri al teatro San Carlo. Ma non trascura Milano. E non fa mancare ai suoi un primo giudizio sull'amministrazione guidata da Beppe Sala: «Non diamo un giudizio positivo - dice - tutti i nodi stanno venendo al pettine». «Tante cose le avevamo dette - ricorda tornando con la mente alla campagna elettorale che pochi mesi fa lo ha proiettato sulla scena politica. Ricorda di aver proposto un piano «per affrontare insieme l'emergenza profughi». E oggi - attacca - Milano è invasa con grossi problemi fra Comune e governo. Se con meno arroganza si fossero seduti intorno a un tavolo a discutere le nostre proposte» - la sua critica, forse la città non si troverebbe in queste condizioni. «Anche io - ammette - avrei avuto la questione dei profughi ma se avessero avuto l'umiltà di dire: proviamo ad affrontarlo, forse oggi avrebbero meno problemi. Le forze che dicono solo no, poi si trovano i problemi che non hanno affrontato prima». È una pagina non esaltante, per il rapporto fra Milano e il governo, anche perché - ricorda Parisi - «Renzi aveva negato che ci fosse un'emergenza» solo pochi mesi fa. Ma la stessa cosa è accaduta sul tema dei centri islamici. «Visto cosa è successo nel Pd sul tema Islam? Ora - mette il dito nella piaga degli avversari - i problemi sono esplosi dentro il Pd». Il riferimento è a tutte le polemiche che si sono aperte nella maggioranza sulla scelta degli interlocutori coi quali discutere della moschea cittadina. «C'è incapacità di distinguere - rileva l'oggi consigliere comunale - e di cercare di capire cosa c'è dentro quelle comunità. Noi proponevano una legge che desse strumenti al sindaco - ricorda - ma quando lo dicevo io in campagna si diceva: campa cavallo». Terzo sassolino nelle scarpe. Terza proposta avanzata in campagna elettorale: «Avevo detto: facciamo campagna elettorale per evitare l'ostruzionismo. Ora ci chiedono di fare quel regolamento sull'ostruzionismo. E se foste stati all'opposizione?» domanda pungente, mentre accusa il centrosinistra milanese di «superficialità e arroganza».

Parisi vede una sinistra superficiale e arrogante. E i milanesi, a giudicare dalle domande che gli hanno posto i suoi sostenitori in via Morozzo della Rocca, sono preoccupati per le condizioni dei quartieri. Il Corvetto, la Barona, il Giambellino e tanti altri («le nostre Scampia»).

Anche per questo, Parisi annuncia che resterà consigliere: «Dobbiamo continuare il lavoro in Consiglio - avverte - il centrodestra lavora unito, compatto e coordinato, con tanti colleghi che lavorano molto bene. E dobbiamo anche essere presenti nella società e nei territori».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica