Tutti i privilegi dei sindacalisti Atm

Domeniche a casa, turni ridotti, esenzione dalla guida. Ma ora è partita una petizione interna per dire basta

Tutti i privilegi dei sindacalisti Atm

Se lavorassero i sindacalisti, in Atm non servirebbero gli straordinari. Anzi, non sarebbe nemmeno necessario assumere nuovo personale. E per ottenere che durante i sei mesi di Expo anche loro tornino a darsi da fare, sono state raccolte quasi 2mila firme, con cui si chiede all'azienda la sospensione dei privilegi sindacali. All'indomani delle feroci polemiche per lo sciopero del 28 aprile, i Cub dicono la loro verità: «Paradossalmente l'apporto che 132 delegati sindacali possono dare è maggiore di quello delle assunzioni – hanno spiegato Claudio Signore e Massimiliano Battipaglia – devono lavorare come noi, avere i riposi a scalare come tutti in modo tale che il sacrificio sia distribuito su tutti, non che lo fanno fare a noi in modo da conservare i privilegi». La lista di quanto non funziona parte proprio dai riposi: i delegati sindacali hanno le domeniche sempre libere, mentre i normali lavoratori solo 8 sulle 17 su cui è incardinato il contratto. Non solo: secondo i Cub i loro colleghi dei sindacati maggiori hanno altri privilegi come i turni più corti, i permessi e in molti casi l'esenzione totale dalla guida. Una piccola casta interna che, secondo Signore e Battipaglia, ha svenduto i più sfortunati ottenendo un bonus di circa 80 centesimi l'ora per lo straordinario e il recupero delle ferie che diventerà impossibile visto il super lavoro previsto per i mesi di Expo. Senza contare quelli che lavorerebbero 3 ore e mezza, il necessario per accumulare il premio di produttività che scatta dalle tre ore e venti in poi.

Dai sindacati però non ci stanno: «È una bufala – contrattacca Carmelo Minniti della Uil trasporti – i sindacalisti, che sono stati eletti con consultazioni che hanno coinvolto sette sigle, lavorano eccome e non tutti utilizzano le libertà sindacali garantite dalla legge come le 8 ore al mese: e poi di questi 132 sono 40 quelli che fanno un orario particolare. Gli altri fanno gli orari come tutti: si dà una rappresentanza nei luoghi di lavoro, anche quelli che usufruiscono dei permessi le altre ore non vanno a pescare, restano sul luogo di lavoro per ascoltare i problemi dei colleghi e per far rispettare gli accordi storici di Atm; il sabato fanno un orario continuo, cioè 6 ore e 30 come gli altri e la domenica fissa di riposo è solo perché se no lavorerebbero sette giorni continuativi e non è permesso».

La controreplica arriva da Massimiliano Rositano, tranviere e consigliere di zona 3 (Lega Nord): «A parte che quelli come Minniti sono anni che non vedono un tram ed è una vita che non indicono una delle dieci assemblee annuali retribuite a cui i lavoratori avrebbero diritto, posso però assicurare che i tranvieri sono infuriati perché non si può firmare un accordo senza sottoporlo alla categoria: è antidemocratico prendere decisioni anche per molti come me che non sono iscritti al sindacato; i tranvieri i sacrifici li fanno tutti i giorni, mentre loro vivono meglio: è come per il Parlamento, dove persone che guadagnano decine di migliaia di euro al mese chiedono uno sforzo in più agli italiani». «Mi sembra che i confederali non rappresentino più» dice Igor Ghezzi, segretario provinciale della Lega.

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