Tutti pronti per il D-day, ma per il reddito coda solo a Quarto Oggiaro

Nel primo giorno per consegnare le domande non c'è il previsto assalto a Poste, Caf e Inps

Tutti pronti per il D-day, ma per il reddito coda solo a Quarto Oggiaro

Nessun assalto agli sportelli, nessuna fila fuori dagli uffici, qualche agenzia affollata solamente in periferia. Il D-Day del reddito di cittadinanza negli uffici postali milanesi è trascorso senza resse. Impiegati e direttori si erano preparati a gestire un flusso di clienti eccezionale, che non c'è stato. «L'afflusso di persone - spiegano da Poste - è lo stesso di una giornata ordinaria. Così praticamente in tutta la città». In linea anche con il resto d'Italia.

In effetti nella mattinata in Posta si vede il pubblico di un comune mercoledì. «Abbiamo fatto qualche inserimento, ma per il reddito è venuta poca gente», dicono intorno alle 9,40 a uno sportello in zona Maciachini. Tutto era stato predisposto. In alcuni uffici è stato deciso il prolungamento dell'orario di apertura nel pomeriggio, se non già attivo. Misura che sarà valida per qualche giorno, a seconda delle richieste. Il personale era formato, i moduli pronti, i kit informativi disponibili sia su monitor sia in forma cartacea. Per essere ascoltati, si prende come sempre il numerino. Non c'è però una fila riservata al reddito di cittadinanza. Per una precisa scelta a tutela della privacy la voce «reddito di cittadinanza» è compresa tra quelle dei «servizi al cittadino». Una donna italiana ha sbrigato la pratica. Non dice il proprio nome, timidamente racconta: «Ho 52 anni e sono sola. Da più di due anni ho perso il mio lavoro come addetta alle pulizie in una cooperativa e da allora faccio molta fatica a pagare l'affitto. Spero di avere le carte in regola, dicono che mi faranno sapere con un sms».

Alla Posta dell'Isola, alle ore 10,30 ci sono in tutto otto persone. Di queste, solo un uomo anziano chiede informazioni sul reddito di cittadinanza. Affluenza normale anche in via Cordusio, intorno alle 12,30. Per trovare un ufficio postale pieno di gente, occorre andare in via Trilussa, a Quarto Oggiaro. Qui ci sono decine di persone, due sportelli si dedicano al reddito di cittadinanza. «Ma ci sono le pensioni oggi?», si stupisce un'anziana. «No, è per il reddito di Di Maio», risponde un vicino. Molti ritirano i moduli e le informazioni e fissano un appuntamento per la consegna. Altri presentano già carta d'identità oppure permesso di soggiorno di lungo periodo. Le percentuali di italiani e stranieri si equivalgono. Una 30enne con il passeggino è contrariata: «La signora accanto a me mi ha guardato male, ma non ho niente di cui vergognarmi». Un ragazzo con il cane assicura: «Prendo i moduli per la mia vicina di casa. Io ho comprato da poco una macchina e non me lo danno il reddito». Fanno capannello con altre 3-4 persone e confrontano le informazioni ricevute e quelle sentite in tv.

Il bigliettino per i servizi al cittadino riporta le ore 11,27 e il numero 56. Se confrontato con quello dell'ufficio di corso di Porta Vittoria, ore 13,10 e numero 16, si comprende il gap centro-periferia. In tutto in città si sono presentate centinaia di persone, tra Poste e Caf. Sfiducia nel provvedimento? «Piuttosto - fanno sapere sempre dalle Poste - i cittadini si sono informati e hanno capito che c'è tutto il tempo per presentare domanda.

Che l'assalto del primo giorno era inutile». Cgil e Acli hanno comunque potenziato il personale dei Caf. Il sindacato aveva organizzato per la giornata circa 500 appuntamenti, prevedendo tra gli 8mila e i 10mila accessi nelle prime due settimane.

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