Ucciso a sprangate nei cantieri della Stazione

Appena tre giorni fa un romeno era stato mezzo ammazzato con una coltellata, ora è toccato a un nordafricano, massacrato a sprangate. Sempre attorno alla stazione Centrale, dove appena si allentano i controlli delle forze dell’ordine, tornano puntualmente le aggressioni, i furti, le rapine e i regolamenti di conti tra disperati. Come appunto il marocchino di 37 anni trovato senza vita all’interno di un cantiere allestito a ridosso del Pirellone.
L’allarme è stato lanciato l’altra sera poco dopo le 21 dal titolare di un bar che ha notato un figura umana distesa dentro un cantiere edile in via Pirelli 1. Il corpo era stato gettato all’interno di una grata del marciapiede a 3 metri di profondità. Un spazio coperto e relativamente riparato dal freddo e dalla pioggia che ogni notte si trasforma in dormitorio per i disperati che gravitano attorno alla stazione. Per questo veniva subito esclusa l’ipotesi di un incidente sul lavoro che avesse coinvolto uno straniero assunto in nero. Anche perché la vittima giaceva per terra semivestita, con addosso solo mutande e maglietta.
Il morto veniva identificato nella ore successive come un cittadino del Marocco: Hamid Alfasi di 37 anni, gli ultimi 24 trascorsi in Italia senza permesso alcuno e infrangendo un po’ tutti gli articoli del codice penale, in particolare quelli legati allo spaccio di stupefacenti e alla violazione delle leggi sull’immigrazione. In questo periodo Alfasi era stato più volte fermato, identificato ed espulso dagli agenti della squadra mobile e risultava un frequentatore abituale dell’ambiente dei senzatetto nei pressi della stazione Centrale. Anche il cantiere, dove è stato ritrovato il cadavere, risulta ricovero di senza fissa dimora. Sul posto infatti la polizia ha trovato numerose coperte, bottiglie e cicche di sigarette.
Sull’arma del delitto sembrano esserci pochi dubbi: poco distante dal cadavere è stata trovata una spranga sporca di sangue e secondo il medico legale, Alfasi sarebbe stato colpito a morte con un oggetto contundente. Quanto al movente quasi sicuramente si è trattato del solito litigio scoppiato tra i disperati che sopravvivono, e muoiono, attorno alla Centrale. Un tentativo di rapina, magari degli indumenti o di pochi spiccioli, oppure qualche vecchia ruggine tra piccoli spacciatori. Del resto aggressioni, pestaggi e regolamenti dei conti sono all’ordine del giorno, appena tre giorni fa un romeno di 29 anni era stato trovato gravemente ferito da una coltellata all’addome sulla banchina del binario 14 all’interno della stazione. L’uomo è poi finito in codice rosso alla Santa Rita dove è ancora in pericolo di vita.


La squadra mobile sta ora interrogando i frequentatori abituali della Centrale e visionando le numerose telecamere piazzate in zona, nella speranza sia stato ripreso l’omicidio o quanto meno le persone con la vittima nei minuti precedenti la sua morte.

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