Marta Bravi
Si celebreranno questo pomeriggio alle 16 nella chiesa di Sant'Angelo in zona Moscova i funerali dell'immobiliarista Salvatore Ligresti, morto nella notte tra martedì e mercoledì all'età di 86 anni. Malato da tempo era ricoverato da otto giorni al San Raffaele per il peggioramento delle sue condizioni. Anche se in realtà secondo Ignazio La Russa, ex ministro della Difesa, amico di famiglia e suo conterraneo (entrambi di Paternò, in provincia di Catania), don Salvatore, come era soprannominato, «comincia a morire quando gli hanno sottratto le sue aziende. Da quel colpo non si è più ripreso». Ieri è stata allestita la camera ardente nell'abitazione di via Ippodromo, in zona san Siro.
«Ligresti era un personaggio sicuramente controverso - per il governatore della Lombardia Attilio Fontana - ma che ha contribuito a fare la storia di questa regione, nel bene e nel male. Sicuramente un personaggio rilevante». Arrivato dalla Sicilia, con una laurea in Ingegneria in tasca, si trasferisce nella città nel primo dopoguerra e da lì comincia la sua fortuna. Nell'unica intervista che ha rilasciato a «Il Mondo» l'ingegnere raccontava che la sua carriera di costruttore era iniziata da un sottotetto in via Tortona, in quello che ora è il cuore del distretto del design e della moda. Le sue prime opere intorno a San Babila (fra cui un garage). Ma è a partire dagli anni Ottanta che inizia a costruire il suo impero con acquisti e vendite immobiliari, diventando il «re del mattone» complice anche il boom edilizio della «Milano da bere». Nell'86 finisce al centro degli scandali delle «aree d'oro» che fa cadere la giunta Tognoli. Nel 1992 scoppia Tangentopoli: accusato di corruzione per gli appalti della metropolitana e delle Ferrovie Nord sconta quattro mesi di carcere tra il 92 e il 93, anche se la condanna definitiva arriva nel '97 con l'interdizione a ricoprire incarichi in Premafin e Fondiaria Sai. Ligresti reinvestiva i proventi ricavati dalle attività di costruzioni in una serie di partecipazioni societarie come Pirelli, Gemina, Mediobanca e SAI, diventando «Mister cinque per cento ».
Era di Immobiliare Lombarda, società del gruppo Fondiaria Sai la torre Galfa, acquistata nel 2006 per 48 milioni di euro da Banca Popolare e rimasta vuota, occupata dal collettivo di artisti Macao il 5 maggio 2012. Ora in ristrutturazione dopo l'acquisizione del gruppo da parte di Unipol. Così sta per avviarsi verso la conclusione il maxi progetto di City Life, che sta aspettando il terzo grattacielo, il «Curvo», firmato da Daniel Libeskind. Così Porta Nuova Garibaldi, altro mega progetto che ha rivoluzionato lo skyline della città, in mano oggi al Qatar e gestito dalla Coima Sgr di Manfredi Catella.
«Con quel progetto ha intuito un cambiamento culturale che stava per prendere forma» ha ricordato Catella. Finiti nel nulla, invece, il progettodel Cerba, il Centro di Ricerca biomedica di Umberto Veronesi che avrebbe dovuto sorgere nel Parco Sud.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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