Ultradestra e centri sociali, lo strano asse della protesta

Ultradestra e centri sociali, lo strano asse della protesta

Il sogno «fasciocomunista» di Antonio Pennacchi ha trovato ieri un primo timido accenno nell'insolita alleanza tra Forza nuova e centro sociale Cantiere, entrambi in piazza a sostegno del movimento dei «Forconi». Certo non sono andati proprio a braccetto, però si sono incontrati al presidio davanti Equitalia senza lanciarsi gli uni sugli altri, come sarebbe normalmente successo in qualsiasi altra circostanza. La coesistenza, serena e pacifica, è durata un'oretta fino a quando i manifestanti si sono divisi in due distinti cortei con altrettanti obiettivi. I «fascisti» hanno scelto di aggregarsi a quello diretto a bloccare le tangenziali di Rho, i «comunisti» il gruppo che ha puntato a occupare la Regione. Un po' di tensione, molti strilli, insulti all'intera classe politica, traffico in delirio ma alla fin fine nessun vero problema per l'ordine pubblico, su cui hanno vigilato centinaia di poliziotti e carabinieri.
Già negli anni '70 anni vennero sprecate le formule per spiegare arditi connubi tra diversi. A Moro che aveva coniato le «convergenze parallele» (alleanza tra Dc e Pci), qualcuno rispose ipotizzando il «nazimaoismo», mentre anni dopo arrivò il «fasciocomunismo», alleanza ipotizzata dallo scrittore Pennacchi per abbattere insieme il sistema. Finora solo elucubrazioni, poi ieri inaspettatamente gli «opposti estremismi», altra formuletta in voga negli anni Settanta, hanno trovato un punto di sintesi nella protesta dei «Forconi», contro le tasse, burocrazia, classe politica.
Dopo mesi di agitazioni in piazze diverse, il Movimento ha infatti lanciato una giornata protesta in tutta Italia, con scioperi, cortei, presidi e blocchi stradali. Appuntamento ieri mattina davanti a Equitalia di via dell'Innovazione alla Bicocca, dove insieme ai «forconisti» si sono inaspettatamente ritrovati Forza nuova, ultrà di Inter e Milan, comunque riconducibili all'estrema destra, il Cantiere e il comitato inquilini San Siro. Tutti in attesa dello scontro, invece niente, neppure un'occhiataccia, un insulto una minaccia. Tranquilli, hanno agitato chi i tricolori che le bandiere rosse fino a mezzogiorno, quando la manifestazione si è divisa. Così Fn e ultrà hanno seguito il gruppo che è andato a bloccare la tangenziale, gli altri hanno privilegiato la Regione.
I primi, circa 200, hanno raggiunto il loro obbiettivo nel giro di qualche minuto, si sono piazzati al rondò di Rho dove hanno fatto volantinaggio e qualche accenno di invasione della sede stradale, creando grossi problemi al traffico senza però bloccarlo completamente. Sotto l'occhio attento di decine di poliziotti e carabinieri hanno tenuto duro fino a ora di cena, creando un ingorgo spaventoso in tangenziale che si è sciolto solo a tardissima ora.
Gli altri, circa 150, hanno invece imboccato viale Sarca per poi fermarsi in via Taramelli dove hanno improvvisato un blocco stradale. Convinti a proseguire, sono arrivati verso le 13 davanti alla Regione dove hanno trovato un muro di scudi, caschi e manganelli che sconsigliava qualsiasi azione di forza. Dopo aver tentato di aggirare lo schieramento, i dimostranti sono poi rimasti un paio d'ore a rumoreggiare in strada prima che freddo e fame, li convincesse di aver protestato a sufficienza e di andarsene alla spicciolata.


Al di là del folclore, resta da vedere quanto l'asse Destra-Forconi-Sinistra possa ulteriormente saldarsi. E con che esiti poi per l'ordine pubblico, vista la presenza tra loro di veri professionisti della guerriglia urbana. Una risposta potrebbe arrivare già nelle dimostrazioni che i Forconi intendono inscenare anche oggi.

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