Un'agonia lunga 20 giorni per sapere se resterà cieco

Un'agonia lunga 20 giorni per sapere se resterà cieco

Dimostra grande forza psicologica e dignità» sostengono gli amici che sono stati al suo capezzale per infondergli coraggio. «Gli vogliono tutti bene: è quello che si dice un bravo ragazzo, un tipo con la testa sulle spalle, intelligente. È stato davvero sfortunato» commenta la polizia. Lui, Pietro Barbini, 22 anni - un famiglia solida alle spalle e un futuro di grandi speranze all'orizzonte, con i brillanti risultati ottenuti finora dagli studi a Boston, in Massachusetts dove frequenta un master in economia - dal suo letto di ospedale, al centro Grandi ustionati di Niguarda, combatte senza dubbio la battaglia più dura della sua vita. Un'esistenza finora molto serena, una strada senza scosse che lui stesso ha contribuito a costruirsi. Il ragazzo è in gamba, tranquillo, equilibrato. Proprio per questo sa bene che potrebbe perdere per sempre l'uso dell'occhio sinistro dove la cornea è irrimediabilmente compromessa. L'organo, operato la mattina del 31 dicembre, è stato ustionato infatti gravemente dall'acido muriatico e si mostra ora completamente bianco. In attesa di un trapianto di cornea, è stato coperto dagli specialisti con una membrana protettiva che verrà sistemata stamane attraverso un nuovo intervento perfezionante di plastica ricostruttiva. Le altri gravi ustioni di terzo grado - soprattutto quelle accanto al naso e sulla fronte - sono in fase di pulitura. Molto meno preoccupanti le ustioni alle braccia.

Tuttavia i tempi di guarigione dell'occhio, anche dopo un possibile trapianto di cornea da farsi non prima di 20 giorni, si prospettano molto lunghi per il giovane che in quel letto non può nemmeno cercare di capire dove e se ha sbagliato: è una vittima, una vittima vera. Tornato a Milano per passare le vacanze con i genitori è stato preso di mira, infatti, domenica scorsa da due completi squilibrati che, con la scusa di un pacco da ritirare, l'hanno attirato in un tranello per ragioni ancora incomprensibili: una coetanea, Martina Levato, sua vecchia fiamma al liceo Parini e ora studentessa alla Bocconi e l'amante della ragazza, Alexander Boettcher, un 30enne animato da deliri machisti, sposato da 7 anni e padre di un bimbo, lo hanno aggredito nell'androne di uno stabile in via Giulio Carcano. Prima lui con un martello, quindi la ragazza, armata di acido muriatico che ha lanciato addosso all'ignaro Pietro. Li arrestano subito. E oggi sono in carcere con l'accusa di lesioni gravissime e potrebbe arrivare al tentato omicidio.

L'incontro tra Boettcher e la ragazza è stato la miccia che ha fatto detonare un ordigno composto da un misto di insicurezza, possesso, violenza, falsi miti, esibizionismo e competizione malata. Dagli Usa Pietro, contattato dopo tanti anni da Martina che gli racconta la sua relazione tormentata con Alexander, le consiglia semplicemente di allontanarsi da lui. Poi il 22enne riceve un messaggio anche da Alexander the king , come si presenta Boett cher sul suo profilo Facebook. Non si sono mai visti ma il 30enne non esita a proporre a Pietro: «Facciamogliela pagare insieme a quella là», riferendosi a Martina.

Barbini si limita a non rispondere: lui, equilibrato, non si fa certo coinvolgere in una vicenda che non riesce a inquadrare, lontanissima dalla sua vita attuale. Infine, una volta in Italia, a Milano, l'aggressione con l'acido che gli sfigura il volto e probabilmente lo lascerà cieco da un occhio. L'assurdità è che ancora non sa perché.

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