Magari stava sognando di rientrare a piedi nel suo paese il piccolo sonnambulo di undici anni, che l'altra sera alle 23.30 è salito su una seggiolina della sua cameretta del primo piano in una palazzina in via Sibelius, in zona Bicocca, ha aperto i vetri, ha fatto un salto giù, e forse è caduto anche in piedi, quindi si è incamminato per riprendere dal giardino esterno la strada verso il suo lettino. Ha dormito tutto il pomeriggio ieri, sorvegliato dalla mamma Rupica W., ancora impaurita dal gesto del suo cucciolo che era rientrato da poche ore dallo Sri Lanka.
«Lo abbiamo trovato davanti la porta vetri dell'ingresso del condominio - racconta Rupica -. Piano, lo abbiamo riaccompagnato su in casa. Non si è accorto di nulla. Pur ad occhi aperti, era ancora immerso in un sonno profondo. Noi eravamo distrutti. Mio marito ha sentito un rumore sospetto. Stava rientrando in casa mio figlio maggiore, ma c'era anche il suono di una finestra che si apriva. Si è precipitato subito nella camera del bimbo. Il piccolo è caduto, si è un po' accucciato e si è rialzato per tornare dentro. Abbracciandolo, ci siamo messi a piangere. Solo sentendo il lamento del nostro pianto si è svegliato. Gli abbiamo raccontato che era caduto dal letto».
Il Peter Pan cingalese ha cercato di volare ancora verso il mare, forse, e si è risvegliato con le guance bagnate dalle lacrime dei genitori con una frattura alla caviglia e una al polso. Nulla, se si paragona a quanto è successo. «La prima volta che accade. Era tornato stanco dal viaggio aereo, tanto che a cena non ha voluto mangiare. Anche i medici del Niguarda hanno tenuto la nostra versione: una semplice caduta dal letto». Per tutto il pomeriggio di ieri la famiglia è stata intorno a lui: il padre, i due fratelli di quindici e dieci anni, e anche il cagnolino Jimmy.
«Quando l'ho visto di sotto, ho guardato in faccia Dio, pregando. I medici mi hanno confermato che la storia di mio figlio ha del miracoloso. Ora ho solo paura che venga a sapere tutta la verità. Non credo che sia giusto. Immagino che sia troppo piccolo per sapere cosa sia il sonnambulismo». Una vicina di Rupica consiglia alla donna di togliere dalle porte tutte le chiavi, e la madre preoccupata conferma che, passato questo momento caldo, avranno al Niguarda un altro incontro con i medici.
Era sorpreso il cingalese di vedere attorno a sè l'ambulanza e le macchine dei soccorritori - anche l'equipaggio di una Volante è intervenuto in via Sibelius - chiamati dalla famiglia, che in codice giallo hanno portato il bambino in ospedale dove è stato ingessato. La «parasonnia», nome tecnico di questo disturbo del sonno, colpisce almeno una volta nella vita un bambino su tre, proprio nell'età intorno ai dodici anni. Dal punto di vista psicologico e neurologico sembra che il bambino perda i freni inibitori per raggiungere una cosa che desidera.
Gli adulti affetti da sonnambulismo sono solo l'1% della popolazione, ma in tutti i casi non si tratta di una patologia, quanto di un comportamento della psiche umana che desta tuttora un certo fascinoso mistero.
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