In un'esposizione presentate sessanta fotografie dell'artista canadese

Alcuni paiono tele astratte, altri opere di land-art. Tutti sembrano quadri, raffinati prodotti di una mente umana che ama geometrie e accostamenti cromatici sorprendenti. Invece i sessanta lavori di Edward Burtynsky che da oggi e fino al 1 novembre sono in mostra al Palazzo della Ragione Fotografia, in piazza Mercanti, sono scatti fotografici. Foto dal vero. Arriva a Milano la personale del maestro canadese – il cognome svela le radici ucraine -, uno dei grandi «fotografi di razza» rimasti in circolazione: sessant'anni, voce pacata, occhi attenti, barba curata, Burtynsky è pluripremiato fotografo internazionale.

«Acqua Shock» è il titolo scelto dalla curatrice Enrica Viganò per presentare – per la prima volta in Europa – un'accurata selezione di scatti del progetto che il fotografo da anni dedica al tema dell'acqua. Basta salire le scale di Palazzo della Ragione e guardare le prime opere in mostra per capire che Burtynsky non è un mero paesaggista. «Fotografo impegnato», lo chiama Viganò. Vero: se le opere di Burtynsky paiono perfetti quadri che strizzano l'occhio all'estetica classica, è sufficiente leggere le didascalie e i testi di accompagnamento per subire lo shock del titolo della mostra. Con le sue composizioni rigorose, le foto in stile fine-art, l'accuratezza dell'alta definizione e del grande formato e soprattutto la scelta della ripresa area del paesaggio, Burtynsky punta a sedurre chi guarda. Poi lo incastra, perché racconta tutto ciò che c'è dietro. Le sue sono fotografie d'arte impegnate: quando guardiamo il delta del Colorado e ci pare un dipinto a china, scopriamo il dramma dell'impoverimento dell'alveo dei fiumi. Quando ci incantiamo davanti ai colori dell'acqua di mare, scopriamo di essere in presenza di un pericoloso bacino di fosforo, quando inseguiamo la luce del sole sulla superficie dell'acqua vediamo che tutto ruota attorno alla petroliera Discover Enterprise e ai suoi incommensurabili danni ambientali nel Golfo del Messico. Scopriamo il fascino perverso delle dighe, il rigore geometrico dell'irrigazione in America e la desolazione del lago salato vicino a Los Angeles. Burtynsky ci porta poi in Cina, in California, in India.

Burtynsky – tra gli ospiti del Festival dell'Acqua che si terrà ai primi di ottobre al Castello Sforzesco – è fotografo impegnato a sedurci per renderci più consapevoli. «A volte il mondo – ci ha detto - non sembra davvero ciò che è».

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