Unità d'azione dei «popolari» dal Parlamento alla Regione

Mentre sotto i riflettori resta la possibile formazione della prima giunta di Attilio Fontana, si aspetta anche l'insediamento del Consiglio regionale. Secondo lo schema che viene accreditato in questi giorni, la presidenza dell'aula dovrebbe spettare a un esponente di Forza Italia e segnatamente al comasco Alessandro Fermi. Quanto ai gruppi, i rapporti di forza sono definiti dai numeri scaturiti dal voto del 4 marzo. La Lega, con 28 consiglieri, ha il gruppo nettamente più numeroso, uno dei più consistenti della storia lombarda. Il secondo raggruppamento è quello del Pd con 15 consiglieri e terzo è il gruppo di Forza Italia che conta 14 eletti e potrebbe essere guidato dall'attuale capogruppo comunale Gianluca Comazzi.

L'aula del Pirellone resta la sede più importante della politica lombarda e potrebbe subire le ripercussioni delle vicende politiche nazionali. Fra queste la possibile confluenza di eletti di «Noi con l'Italia» nel gruppo azzurro. In Regione Lombardia non dovrebbe riprodursi lo stesso meccanismo anche perché le norme regolamentari garantiscono la possibilità di gruppi singoli per forze che si sono presentare alle elezioni. Nci, dunque, dovrebbe fare gruppo a sé, come del resto Energie per l'Italia.

Ciò non esclude che, in vista dei prossimi appuntamenti politici, si stabilisca una progressiva unità d'azione o un coordinamento fra i partiti che aderiscono al Ppe o (con tempi, condizioni e modalità diverse) fra tutte le forze che fanno riferimento al mondo liberale e popolare.

AlGia

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