Cronaca locale

Lockdown forzato per il virus: compagna lo lascia, lui le spara

La coppia era in isolamento per coronavirus. Lei voleva interrompere la relazione ma aveva comunque deciso di ospitarlo

Lockdown forzato per il virus: compagna lo lascia, lui le spara

Un uomo ha imbracciato il fucile e nella notte ha sparato alla compagna che stava dormendo. Un solo proiettile è bastato a toglierle la vita. Poche ore dopo si è costituito ai carabinieri raccontando cosa aveva appena fatto. L’omicidio è avvenuto verso le 2 di notte ad Albignano, un paesino alle porte Truccazzano, comune in provincia di Milano. Due settimane fa la donna aveva accettato di ospitarlo in casa sua a causa dell’isolamento imposto dall’emergenza coronavirus attualmente in corso. L’uomo durante la settimana abita infatti a Bressanone, in provincia di Bolzano.

Forse la gelosia alla base del femminicidio

L’omicida è Antonio Vena, 47enne originario della Sicilia, dipendente in una ditta di serramenti nella provincia dell’Alto Adige. La vittima è invece la sua compagna, Alessandra Cità, anche lei di 47 anni, lavorava per l'Atm, l'Azienda tranviaria milanese. Il folle gesto sarebbe scaturito da un momento di gelosia nei confronti della donna. O almeno questo è quanto ha raccontato l'uomo ai carabinieri di Cassano d’Adda, la notte tra sabato 18 e domenica 19 aprile, quando ha deciso di raggiungere la Caserma per costituirsi e raccontare il femminicidio commesso poco prima. Quando i militari sono giunti sul luogo del delitto hanno trovato il corpo della donna, ormai privo di vita, riverso sul letto, in una pozza di sangue. Poco lontano il fucile a pompa calibro 12 usato per ucciderla, dal quale sarebbe stato esploso un solo colpo alla testa della donna, che è bastato per ammazzarla.

La coppia aveva una relazione da nove anni

Secondo quanto emerso, la coppia viveva una relazione sentimentale che durava ormai da nove anni. L’uomo è stato posto a fermo. Nella mattinata di oggi è giunto nella caserma di Cassano d’Adda il sostituto procuratore Giovanni Tarzia che si è occupato di un primo interrogatorio del presunto omicida, reo confesso. Il fucile, l’arma usata per l’assassinio, sarebbe stato di proprietà della vittima, e legalmente detenuto. Secondo quanto ricostruito, la coppia, prima dell’emergenza Covid-19, era solita trascorrere insieme i week-end, proprio perché durante la settimana l’uomo era costretto ad abitare in Alto Adige per lavoro. Sembra comunque che negli ultimi tempi la coppia litigasse anche solo durante i due giorni in cui vivevano sotto lo stesso tetto. Una volta che la sua ditta è rimasta chiusa, il 47enne ha deciso di trasferirsi dalla compagna. Sembra che quest’ultima volesse però terminare a breve la relazione sentimentale che da nove anni la legava a colui che ieri notte si è presumibilmente trasformato nel suo assassino. Le indagini sono ancora in corso per capire l’esatta dinamica di quanto avvenuto e trovare un colpevole certo. In giornata il presunto assassino è stato trasferito nel carcere di San Vittore.

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