
Quando un sessantenne si è messo in bilico sulla finestra ci sono state tre ore di tensione, ma tra i 500 uomini che hanno partecipato allo sgombero dei dodici appartamenti di Mm occupati di via Palmanova 59 erano presenti anche i Vigili del Fuoco pronti a stendere un materasso protettivo per evitare il peggio.
L'imponente operazione di ripristino della legalità è stata organizzata dal questore Marcello Cardona, in accordo con il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto Luciana Lamorgese ed è andata avanti con una discreta calma nonostante le resistenze degli occupanti che hanno anche rifiutato l'aiuto offerto dalla Protezione civile e l'accoglienza nel Centro temporaneo di via Sacile. «I dodici appartamenti, di cui uno era già stato assegnato, fanno parte di quelli in via di ristrutturazione e assegnazione - spiegano da Metropolitana milanese - sono stati occupati dagli anarchici e poi dati a famiglie di immigrati». Mentre le forze dell'ordine agivano, i centri sociali chiamavano a raccolta i propri sostenitori in via Esterle, altro buco d'illegalità del quartiere Rottole per le cui strade ieri sera è stata organizzata una manifestazione di solidarietà agli sgomberati. Le istituzioni però paiono decise a far sentire il peso dello Stato in questa zona a metà tra la periferia e il centro cittadino. Poco tempo fa un'altra imponente operazione aveva liberato l'ex residence degradato di via Cavezzali. I residenti della zona erano stati molto contenti di dover esibire i documenti spesso, perché dopo anni la vie di Rottole tornavano a essere vivibili. Oggi lo sono ancora di più visto che i luoghi occupati sono spesso calamite per gli spacciatori. Ora manca solo via Esterle, inserito tra i posti papabili per installare una nuova moschea.
Anna Scavuzzo, vicesindaco e assessore alla Sicurezza, ha esultato per l'operazione: «Lo sgombero degli alloggi occupati abusivamente in via Palmanova è un ulteriore contributo per garantire sicurezza e legalità in città. I cittadini e gli inquilini lo chiedevano da mesi ed era giusto riportare tranquillità nel quartiere, dove il malessere era evidente». Opposta la lettura dell'Unione sindacale di base che parla di «un vero atto di guerra alla povertà». Il centrodestra invece esprime tutto il suo appoggio all'operazione: «Alcune settimane fa - commenta Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale di Forza Italia - avevo denunciato in diretta l'occupazione di questi appartamenti, portata avanti da un centro sociale già protagonista di numerose occupazioni di alcuni stabili in questi anni».
«Per noi - sottolinea il coordinatore di FI a Milano, Fabio Altitonante - ogni casa liberata è una casa in più da assegnare a cittadini realmente in difficoltà, che aspettano in lista d'attesa. Quello che chiediamo è che il Comune di Milano, attore principale al tavolo per la sicurezza in Prefettura, si faccia interprete anche dei bisogni dei cittadini che vivono nelle case Aler».