Vaccini obbligatori per frequentare l'asilo Il Comune ha fretta

Se la mozione della Lista civica Sala passa entrerà in vigore già per l'anno 2018-2019

Marta Bravi

Approderà in consiglio comunale a marzo la mozione sull'obbligatorietà dei vaccini nei nidi e nelle materne del Comune. Comunque se ne parlerà per l'anno scolastico 2018/19, non a settembre. Le iscrizioni alle scuole dell'infanzia, infatti, partiranno a breve e la vicesindaco e assessore all'Educazione Anna Scavuzzo ha ribadito di voler aspettare il voto del consiglio comunale. L'intenzione da parte della lista civica per Beppe Sala, e in particolare da Marco Fumagalli, medico e consigliere, primo firmatario della mozione, è di sottoporre il documento che chiede appunto l'introduzione dell'obbligo a «costituire requisito di accesso al servizio dei nidi d'infanzia e alle materne comunali e convenzionati, l'assolvimento degli obblighi vaccinali previsti dalla normativa vigente» al voto dell'aula.

Al momento, infatti, le vaccinazioni considerate obbligatorie sono antidifterica, antitetanica, antipoliomelitica e antiepatite virale B, che però sono obbligatorie solo sulla carta, tanto che si registra un continuo aumento di bambini non vaccinati. In Lombardia, infatti, la copertura vaccinale per la poliomelite si è ridotta dal 98,3 al 93 per cento, quella per morbillo-parotite-rosolia dal 93 all'89,4 per cento. Anche i dati ufficiali per il 2015 sono allarmanti: la copertura per le 4 vaccinazioni obbligatorie si attesta intorno al 93 per cento, quindi sotto l'obiettivo minimo del 95 per cento. Una delle prime conseguenze è il ritorno di malattie un tempo debellate, con il morbillo: in Italia nel 2014 sono stati segnalati 1681 casi, il tasso più alto d'Europa. «Se certe malattie tornano è perché siamo invasi dagli stranieri» osserva il capogruppo della Lega Alessandro Morelli. «Nessuna paura ad ammetterlo - la replica di Scavuzzo - : entriamo in contatto con persone che arrivano da mezzo mondo, con esperienze igienico sanitarie molto diverse dalle nostre. Non voglio aspettare il primo caso di bambino morto per poliomelite per dire che c'è un'emergenza. Il nostro approccio deve essere preventivo».

Innanzitutto il consiglio, maggioranza e opposizione d'accordo, intendono ribadire il concetto che «i vaccini siano un indice di progresso». C'è poi un tema di responsabilità nei confronti della salute pubblica e «la necessità di tutelare sia la singola persona cioè i bimbi che non possono essere vaccinati» perché affetti da particolari malattie, e quindi più a rischio e che «la comunità».

Semplice il discorso per l'ex candidato sindaco Basilio Rizzo: «Se i vaccini sono obbligatori, anche il Comune avrà il compito di far rispettare la legge».

Saranno però necessari, ha spiegato la vicesindaco, «alcuni approfondimenti tecnici su chi ha la responsabilità di cosa e sugli effetti della obbligatorietà: se una famiglia chiede l'iscrizione di un bambino senza vaccinazione, concretamente cosa succede?».

Contrari i Cinque stelle: «Usare metodi coercitivi non è mai la scelta migliore - sostiene la capoguppo Patrizia Bedori - soprattutto quando a questo corrisponde un ricatto. Ogni famiglia deve avere la libertà di scegliere».

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