La casa esisteva: ma la gentile signora che la proponeva in vendita non ne era affatto la proprietaria. Eppure ci sono cascati tutti. Una zanzata in piena regola, una truffa così millimetrica da fregare non solo la povera vittima ma anche un notaio con trent'anni di esperienza. Le truffe in genere restano impunite o quasi: ma stavolta la Guardia di finanza è riuscita a spedire a San Vittore almeno uno degli autori. E il caso solleva il velo, come dice il Procuratore della Repubblica Francesco Greco, su «un fenomeno, quello delle truffe immobiliari, in preoccupante e crescente ascesa». Una piaga che ha per vittime spesso cittadini stranieri, e per protagonisti, come in questo caso, lombardi doc, gente che di cognome fa Colombo e Tagliacarne.
La casa dell'imbroglio è all'1 di via Negroli, quasi all'angolo con viale Forlanini, condominio medioborghese. L'appartamento messo in vendita attraverso una agenzia e in affitto attraverso il sito di annunci Kijiji era piccolo ma carino. Per l'affitto ci casca un immigrato cingalese, che scuce quasi duemila euro tra cauzione e saldo: ricevendone in cambio un finto contratto di locazione e un paio di chiavi che non aprono nulla. La botta vera viene rifilata a un signore italiano che compra la casa per oltre centomila euro: tutto apparentemente in regola, trattative via agenzia, sopralluogo sul posto, incontro con la proprietaria, rogito dal notaio. Ma quando arriva in via Negroli per prendere possesso del bilocale l'acquirente si trova davanti una signora che non ha mai visto. «Scusi, lei chi è?», «Come sarebbe a dire? Io sono la padrona di casa!».
Eh sì. Perché l'altra signora, quella che veniva agli appuntamenti, chissà chi diavolo era. Aveva patente e carta d'identità con il nome della vera proprietaria, rilasciate entrambe a Varese: entrambe false, come si è scoperto dopo. Ma realizzate abbastanza bene da trarre in inganno tutti, compreso il notaio che il 26 gennaio scorso certifica la compravendita.
Chi fosse davvero la signora che si presentava come proprietaria di casa, ancora non si sa. Ma, grazie alla denuncia della vittima e alle indagini lampo della Finanza e del pm Paola Pirotta, si sa chi sono i due tizi che facevano da intermediari e che ora la Procura indica come responsabili della della zanzata: Riccardo Tagliacarne, milanese, 51 anni, e Giuseppe Colombo, 73, di Giussano. Tagliacarne è un agente immobiliare ma anche uno specialista delle truffe sulle case, «in relazione ad affitti, proposti su siti on line, di appartamenti non disponibili, con modalità analoghe» all'imbroglio di via Negroli. Identificato anche un terzo, indispensabile complice: tale Alessandro Bengala, che era l'effettivo inquilino dell'appartamento, e ne aveva quindi le chiavi, utilizzate per farlo visionare agli interessati.
La truffa è punita dal codice con un massimo di tre anni di carcere, e questo rende improbo spedire i responsabili in cella.
Così Bengala e Colombo restano a piede libero: ma per Tagliacarne scatta l'accusa di avere causato il falso dell'incolpevole notaio, e con questo reato approda a San Vittore: «È il primo colpo - dice il procuratore Greco - del nuovo dipartimento dedicato alle frodi e alla tutela dei consumatori, affidato al procuratore aggiunto Eugenio Fusco».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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