Verdi e le donne che amò tra le lettere e i ritmi jazz

Da Violetta a quelle che fecero parte della sua vita In scena Maddalena Crippa e Cinzia Tedesco

Ferruccio Gattuso

Giuseppe Verdi e le donne. Non solo quelle immaginarie, fatte di musica e palcoscenico, come la sua Violetta ne La Traviata, ma anche quelle reali, presenti nella sua vita di uomo e artista. Per scoprire che il compositore «sapeva amarle e rispettarle, in senso pieno e inusuale per l'Ottocento, e, forse, anche per il nostro». A dirlo, con ammirazione e una punta di polemica, è Maddalena Crippa che in Verdi's Mood e le donne - in cartellone allo Spazio Teatro No'hma Teresa Pomodoro oggi e domani alle 21 (ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento e su prenotazione ai numeri 02-45485085 e 02-26688369) per la regia di Juan Diego Puerta Lopez - presta la propria voce in prosa intersecandola con quella canora della jazzista Cinzia Tedesco. È quest'ultima l'ideatrice di un progetto assolutamente originale insieme al drammaturgo Gianni Guardigli: raccontare il rapporto tra Giuseppe Verdi e tre donne fondamentali per lui, la moglie Margherita, morta giovanissima, la compagna di una vita Giuseppina Strepponi, difesa sempre e comunque dai pregiudizi dell'epoca, e la cantante ceca Tereza Stolz, memorabile protagonista di Aida a Milano nel 1872.

Lettere da Verdi alle tre donne e delle medesime al compositore, in un rimando di sensazioni, sentimenti, ricordi, progetti a cavallo del tempo e della musica con spiega Cinzia Tedesco - «un interplay incessante tra me e Maddalena Crippa, nel rispetto di ciò che è l'anima della mia musica di riferimento, il jazz. L'ascolto e il dialogo reciproco tra strumentisti è il senso del jazz». Ad accompagnare le due voci femminili sono jazzisti come Stefano Sabatini al pianoforte (suoi gli arrangiamenti di brani d'opera), Luca Pirozzi al contrabbasso, Giovanna Famulari al violoncello e Pietro Iodice alla batteria. «Il progetto - spiega ancora Cinzia Tedesco nasce dopo la mia incisione dell'album Verdi's Mood, rivisitazione di grandi arie verdiane che ha fatto felice me e anche l'etichetta Sony: pur trattandosi di un progetto di nicchia è giunto alla seconda ristampa nel giro di un anno. Da sempre amo il teatro, sognavo un racconto di questo tipo tra prosa e canto. A darmi la preziosa occasione di giungere a Maddalena Crippa è stata la comune conoscenza del regista Juan Diego Puerta Lopez».

Il sì dell'attrice è stato immediato: «Sono cresciuta con un padre melomane spiega . Era impossibile restare immuni dalla conoscenza delle arie più celebri dell'opera. Da giovane questa sua passione mi infastidiva. Tutto cambiò quando, a 24 anni, dovetti interpretare il Macbeth di Shakespeare con Glauco Mauri: ero abbastanza tesa, mi chiedevo come affrontare un testo così importante, e finii per ascoltare anche il Macbeth verdiano. Oggi è un'opera che conosco a memoria.

Anni dopo, un'immersione nell'opera la ebbi grazie ai consigli di Nicola Piovani, ai tempi della nostra relazione. La verità è che, col tempo, cimentandomi in diversi progetti teatrali e musicali, capii che se avessi studiato musica e canto, forse avrei fatto la cantante e non l'attrice».

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