L'Isis è anche a Milano. Anche sotto la Madonnina vivono decine di sostenitori dello Stato Islamico e nella comunità lo sanno benissimo. Anche se quali siano i circoli in cui si radunano, e organizzano i viaggi per il Medio Oriente, resta un segreto ben custodito. Però i fedeli del Califfo ci sono, come dimostra un episodio avvenuto in viale Jenner due giorni fa: due ragazzi sui trent'anni, conosciuti come sostenitori dell'Isis, sono entrati in un ristorante kebab. Erano esaltati da quanto successo a Parigi e hanno iniziato a inveire anche contro i due ragazzi turchi dietro il bancone. «Il vostro presidente è uno stupido perché non si unisce al Califfato?». E di fronte agli insulti Jaskiran, 23 anni, e Yusuf, 18, hanno risposto a muso duro: «Bruciare bambini davanti alla televisione non è religione, voi siete dei folli e non abbiamo bisogno dei vostri soldi». «Li abbiamo messi alla porta perché non vogliamo avere a che fare con loro, io poi sono per il Pkk, sono curdo spiega Jaskiran e qualcuno di loro qui in giro l' ho visto, so anche che ci sono dei circoli in cui si ritrovano, ma non chiedermi dove sono». Resta un ovvio riserbo dunque, anche perché la visione che si ha in Europa dell'Isis è molto diversa da quella percepita nel mondo islamico: le foto con la bandiera nera e le dita a «v» non viene presa come un'offesa per il Paese in cui viene scattata, ad esempio quella in piazza San Pietro a Roma, ma come un gesto di un turista normale o poco più. Perché tra Isis, Siria o Turchia ormai in Medio Oriente non c'è molta differenza per i musulmani, se non quella sul modo di agire. C'è chi sostiene le ragioni dei massacratori della redazione di Charlie Hebdo, ma senza dichiarare il suo vero nome: basta entrare in un negozio di telefonia di via Imbonati per incontrarli. Mentre il titolare nega di saperne niente perché ha passato gli ultimi due giorni in negozio a lavorare notte e giorno, un suo cliente ci tiene a esporre le sue ragioni. «La morte è sempre qualcosa di brutto quando riguarda un uomo perché siamo tutti fratelli, ma la religione va lasciata stare spiega un uomo di 40 anni e un dito in meno se uno rispetta la legge e non dà fastidio a nessuno deve essere lasciato tranquillo poi è sempre brutto quando fai azioni come quelle a Parigi perché non sai mai chi uccidi, però non bisogna prendere in giro la religione». La religione dunque per alcuni va lasciata stare ma per altri, come dimostra il disinteresse del negoziante, non è così importante quanto per i fanatici dell'Isis. C'è chi dice che ha sentito appena la notizia e chi si dice «disinteressato alle questioni politiche». O chi come Islam, 27 anni e un lavoro in una pizzeria-kebab, spiega invece come sia un evento molto triste e negativo quello che è successo in Francia e sente anche una certa pressione: «Mi sembra veramente assurdo quello che è successo, ma anche qui in Italia sta diventando come negli Stati Uniti dove in qualunque caso si parli di Islam si pensa che ci sia un problema». E Khalid, 50 anni e un lavoro in una macelleria della zona, rinnega qualunque vicinanza con i pazzi dell'Isis: «Quando vedo queste cose alla televisione mi vergogno molto perché l'Islam non dice questo, il Corano dice di non uccidere, di non rubare, di non fare del male: questi sono dei pazzi che rovinano l'opinione che tutti hanno dei musulmani». Anche Mohamed, 42 anni, e Ahmed, 27, scuotono la testa quando gli parli dell'Isis: «Sono dei pazzi che vanno contro quanto prescritto dalla religione islamica».
Ali Mohamed, proprietario di quella e di un'altra macelleria islamica a Milano, lo ribadisce: «Per colpa loro tutti pensano che i musulmani sono dei pazzi che vogliono uccidere tutti, ma se tra gli italiani un pazzo uccide un altro non pensiamo subito tutti che tutti gli italiani sono assassini...».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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