Cronaca locale

Una verniciata non basta: la sinistra coccola i writer

Palazzo Marino ora prova a promuovere iniziative di facciata Ma i graffitari erano testimonial elettorali di Pisapia. E si vede

«Chi getta semi al vento farà fiorire il cielo». É la frase comparsa sul parapetto della Darsena dodici anni fa. A firmarla Ivan Tresoldi - in arte solo Ivan -, battezzato da allora il «poeta di strada», anche se la sua opera (come altre) era una scritta illegale su un muro pubblico. Ivan è diventato dal 2011 testimonial della giunta e del sindaco, che quella frase ha ripetuto spesso in campagna elettorale, Appena eletto ha aperto una performance promossa da lui e altri writers in piazza Duomo scrivendo con un colpo di pennello: «Benvenuti nella futura capitale della felicità». Oggi (anzi ieri) i graffitari coccolati e sponsorizzati per anni dalla giunta hanno visto in questa «capitale» oltre mille volontari armati anche loro di pennelli, ma per cancellare tag e scritte dai muri. Che succede? Una giravolta? Nulla di tutto cioò, possono stare sereni: hanno ancora la «maggioranza». Dopo aver guidato la marcia dell'orgoglio civico contro i black bloc lo scorso 3 maggio, Il sindaco e mezza giunta questa volta non sono corsi nei quartieri per ringraziare la gente che ha messo a disposizione tempo ed energie per rendere più bella la città. Il Pd ha voluto e sostenuto l'iniziativa. Il consigliere di Sel Luca Gibillini invece (e si è associato il capogruppo Mirko Mazzali) ha pubblicato su Facebook quel graffito di Ivan tanto amato dal sindaco, accompagnandolo da un commento polemico nei confronti del Pd: «“Bella Milano“ non è solo pulire un muro. É la sua pluralità, la sua imperfezione. Il suo essere metropoli e per tutti. Chi cerca di dirci che è solo scendere in strada sponsorizzati da Brico per pulire qualche muro, non sta facendo un bel servizio alla città». Anche Paolo Limonta, braccio destro del sindaco e vicino al mondo dei centri sociali che ad ogni corteo imbrattano i muri con slogan e insulti , reduce ieri da un'assemblea sulla scuola pubblica (e contro la riforma del governo Renzi) ha pubblicato la propria foto di fronte al liceo Virgilio, con una bandiera contro «chi vuole distruggere la scuola pubblica», e ha provocato: «È vero, il muro del Virgilio non è pulitissimo. Ma, in questo momento, più dei muri dobbiamo occuparci di quello che c'è oltre». Come a dire: i Dem milanesi, come il leader, sono più spot che contenuto. E basta che un gruppo di volontari in piazza Santissima Trinità cancelli per sbaglio la parte di un disegno realizzato nel 2001 dall'artista Pao (una parte peraltro già deturpata) per far scatenare le ironie della sinistra contro i «ripulitori». Il Comune prende le distanze e chiama Pao per scusarsi. Giù la maschera.

L'assessore Pd Carmela Rozza è sempre stata poco tollerante nei confronti dei graffittari e difende il Cleaning Day dalle critiche di Sel: «Non è uno spot e ne faremo altri, lo chiede la gente». Si vedrà. Manca ancora un anno alle elezioni ed esplodono ormai i conflitti tra forze che si sono sopportate in questi anni per convenienza. I cattolici del Pd con gli ultrà dei diritti gay, supporter dei centri sociali e consiglieri-poliziotti.

Pisapia è sempre più stretto nel suo ruolo, sotto attacco (anche) della sinistra radicale: giusto due giorni fa il presidente dell'aula Basilio Rizzo è tornato a contestarlo sulla Carta su Expo.

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