Cronaca locale

Il vescovo scrive agli studenti: «Simili gesti avvelenano il clima»

Solidarietà alle famiglie anche dalla comunità senegalese

«L'impegno che gli studenti, con la guida di docenti preparati e motivati, hanno messo in atto per crescere nella conoscenza reciproca della diversità culturale e religiosa, purtroppo deve scontrarsi con un crescente clima di ostilità e incomprensione, che avvelena il clima sociale e culturale del nostro paese, e che gesti come questo alimentano insensatamente». Sono le parole del Vescovo di Crema Daniele Gianotti, che ha inviato una lettera aperta - pubblicata dalla stampa locale - alla dirigente della scuola media Vailati, i cui 51 studenti martedì sono stati presi in ostaggio dall'autista dello scuolabus che li stava portando a Milano. «Vorrei manifestare a lei, a tutti gli studenti della scuola Vailati coinvolti nel gesto folle e delinquenziale accaduto ieri mattina tra Crema e San Donato Milanese, alle loro famiglie, e tutti gli altri studenti, docenti e al personale della scuola la vicinanza e la partecipazione di tutta la Diocesi e mia al trauma che vi ha colpiti» scrive il vescovo, che ringrazia le forze dell'ordine per la tempestività con cui sono intervenute. «Sono sicuro che il dramma di ieri - è l'auspicio del vescovo - non farà diminuire ma rafforzerà l'impegno che la vostra scuola mette in atto per far crescere generazioni di uomini e donne sempre più animati da sentimenti nuovi: capaci di prendere sul serio la complessità del mondo in cui viviamo, e di affrontarla con l'impegno della conoscenza, della volontà di pacifica convivenza, della comprensione reciproca». «Non si tratta di un impegno semplice, e non può essere certo risolto a colpi di facili slogan». Solidarietà alla scuola e alle famiglie dei ragazzi arriva anche dalla comunità senegalese lombarda: «Ci stringiamo alle famiglie, ai ragazzi, agli insegnanti, alla comunità scolastica che è stata colpita da questa vile e terrificante minaccia, che condanniamo- scrive la Comunità- e nel farlo prendiamo parola come comunità senegalese di Milano, perché ci sentiamo coinvolti da ciò che accade nella regione che da molti anni è la nostra casa e che è la casa dei nostri figli».

«Gli eroi della giornata di mercoledì sono i ragazzi e le ragazze che sono riusciti a disobbedire agli ordini dati sotto minaccia e a dare l'allarme- continua il comunicato- tra loro ragazzi di origine africana, che speriamo presto possano essere cittadini del paese in cui abitano. È difficile dire in modo migliore di questo come sia proprio la convivenza la migliore arma contro chi semina odio. Ringraziamo questi giovanissimi e speriamo in loro».

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