Un'operazione tranquilla, senza incidenti o scossoni: alle 7.30 via Dione Cassio veniva «cinta d'assedio» da decine di agenti e alle 9.30 l'intera area era già stata sgomberata. Alla fine 228 nomadi sono stati identificati, 160 dei quali, di cui 56 minori, hanno accettato il trasferimento nelle strutture della protezione civile di via Barzaghi. Il quartiere tira un sospiro di sollievo, dopo settimane di difficile coabitazione, ma c'è il sospetto, come suggerisce Luca Lepore della Lega, che sia un «gioco dell'oca» con i rom che si spostano da un'area all'altra. In ogni caso un centinaio di abitanti sono rimasta in tarda serata a presidiare la zona.
Via Cassio è diventata famosa in questi ultimi tempi per i tempestosi rapporti tra i residenti delle zona attorno alla strada e i numerosi zingari accampati in un'area dismessa. All'inizio erano qualche decina, avevano preso possesso del piazzale corrieri, allestendo le solite misere baracche. Poi all'inizio di marzo un incendio ha distrutto il campo abusivo di via Pestagalli e i 150 nomadi sono andati a ingrossare le fila dei primi «residenti». Arrivati a sfiorare le 400 unità, la pax sociale è saltata. Prima lettere e proteste, accompagnate da foto e filmati di nomadi che epletavano le ordinarie funzioni fisioligiche, sesso compreso, all'aria aperta, poi i cortei alcuni dei quali piuttosto accesi
Quando la situazione era ormai sul punto di uscire dal controllo, ieri di buon'ora, in strada sono comparsi agenti, ghisa, 118, vigili del fuoco, assistenti sociali, autobus. I nomadi rimasti, parecchi si erano già allontanati in queste ultime ore, sono usciti ordinatamente e sono stati identificati. A tutti i Comune ha offerto un tetto e un piatto di minestra, accettati da 160 di loro, 56 sotto i 18 anni. Subito trasferiti con i bus nel centro della protezione civile dietro il Cimitero Maggiore, dotate di camerate con lindi lettini, bagni e cucine. I rimanente si sono invece messi alla ricerca di altre aree dismesse da occupare.
Alle 9.30 era tuto finito. Il Comune ha imposto ai proprietari dell'area di ripulire il piazzale e «metterlo in sicurezza», cioè tenerlo sotto chiave e sorvegliato per evitare nuovi insediamenti. Nel frattempo chi aveva accettato l'ospitalità del Comune veniva caricato sugli autobus e portato nella struttura di via Barzaghi. Il centro, gestito da Protezione civile e Terzo settore, sarà poi presidiato 24 ore su 24 dalla Polizia locale. Dovrebbe ospitare gli zingari solo per qualche settimana, fino a quando verrà ultimato il campo all'interno di via Lombroso. Quest'ultimo spazio, di proprietà della Sogemi società che gestisce l'Ortomercato, è stato dato in comodato d'uso al Comune a tutto il 2014. Le opere, che dovrebbero essere ultimate nel giro di qualche settimana, sono stati finanziati con i fondi del Ministero dell'Interno per la realizzazione del Piano Rom.
L'intervento non ha placato le polemiche. Un centinaio di residenti, tra cui diversi esponenti di Fiamma Tricolore, hanno presidiato per qualche ora via Cassio. Mentre Luca Lepore consigliere comunale della Lega sottolinea come con il piano rom della giunta Moratti i nomadi erano scesi da 7.500 e 1.500 mentre con Pisapia sono risaliti a 3.500.
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