Chiuso il capitolo delle liste per le elezioni politiche, ora ad aprirsi è la questione delle Regionali. Dove l'accordo tra Pdl e Lega sta facendo volare nei sondaggi il centrodestra, convincendo anche i più scettici dell'opportunità di ricostruire la grande alleanza per evitare di consegnare la Lombardia a Umberto Ambrosoli e alla sinistra.
E proprio per questo le diplomazie sono al lavoro per limare le asperità e ricompattare il campo dei moderati. Con il governatore Roberto Formigoni, in un primo momento assolutamente contrario ad appoggiare il candidato del carroccio Roberto maroni, che per oggi o domani annuncia un «incontro fra Pdl e Lega per siglare il programma di coalizione per la Regione». E non sarà un incontro interlocutorio, assicura Formigoni, anche se il tema in discussione sarà il programma e non invece la spinosa questione dell'indicazione del vice con cui Maroni dovrebbe costituire il ticket elettorale. «Presenteremo un programma molto articolato e completo - spiega Formigoni - facendo tesoro dell'esperienza di questi anni, ma con una forte innovazione. Adesso tutto il nostro impegno e quello degli alleati deve essere parlare con la gente e portare avanti le nostre motivazioni. Dopo di che, il giorno dopo le elezioni, discuteremo anche del vicepresidente ed evidentemente sarà il Pdl ad indicarlo». Ipotesi, quella di rimandare la decisione, che in questi giorni sembra prendere sempre più piede. «Abbiamo donne e uomini di altissimo valore - assicura Formigoni - I ragionamenti che si possono fare adesso sono chiacchiere da bar. Ora bisogna impegnarsi a fare la campagna elettorale, dopo avremo tempo di decidere tutti gli assetti di giunta a partire dal vicepresidente». Posto per il quale i nomi che già si fanno sono quelli del coordinatore regionale Mario Mantovani, del sindaco «formattatore» di Pavia Alessandro Cattaneo e dell'ex ministro Mariastella Gelmini. Dibattito in cui ora si è inserito anche Ignazio La Russa che a nome dei Fratelli d'Italia ha lanciato la candidatura di Viviana Beccalossi, il deputato che fu già vice di Formigoni al Pirellone. Ma per ora l'incontro annunciato tra Pdl e Lega servirà a definire nel dettaglio punti del programma come le tasse, la fiscalità e il ruolo della Lombardia in Italia e in Europa. Il governatore ha poi ricordato che il programma presentato dal Pdl è «molto articolato e completo» e che per la Lombardia sono necessarie «misure shock» contro la crisi. Sull'esito delle elezioni regionali che sono ormai alle porte Formigoni si è detto molto fiducioso. Vuoi perché l'alleanza con il Carroccio ha solide basi, vuoi perché il candidato della coalizione avversaria Ambrosoli non sembra avere l'appeal che a sinistra si aspettavano. «Ma soprattutto perchè- ha ricordato il gevernatore- vediamo come la gente in Lombardia sia spaventata che qualcuno possa distruggere le riforme che abbiamo fatto e c'è un forte desiderio che si prosegua nel metodo di governo».
Anche se a Formigoni sembra non piacere l'idea lanciata da Maroni e dalla lega che «i dirigenti della sanità lombarda saranno selezionati in base ai curricula, quindi per le loro competenze e capacità. La selezione sarà fatta da società terze, specializzate, imparziali e apartitiche».
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